Come capire se il mio gatto è felice

“Chiedimi se sono felice” recita il titolo del film, e spesso è una domanda che ci poniamo noi umani nei confronti del nostro gatto.

Rendere felice il proprio compagno di vita, sia esso un cane o un gatto (ma non solo), è un cruccio di molti proprietari.

In tanti però concorderanno sul fatto che il gatto sia un animale criptico e sibillino da comprendere e talvolta non sia così semplice interpretare cosa gli stia passando per la testa e quali emozioni stia provando in un preciso momento.

Vediamo alcuni aspetti che ci possono aiutare ad orientarci e ad uscire da questo labirinto di emozioni.

Premesso che lo stesso concetto di felicità è qualcosa di estremamente relativo e soggettivo, bisognerà accettare che ciò che rendeva “felice” ai nostri occhi un gatto del nostro passato, possa lasciare indifferente il nostro gatto attuale.

Come capire se il tuo gatto è felice?

Possiamo tenere in considerazione e valutare alcuni aspetti.
L‘appetito del gatto potrebbe essere un primo punto su cui soffermarsi.

Il gatto per sua natura è un animale che tende a compiere piccoli e numerosi pasti nell’arco di tutta la giornata.
È un animale che si autoregola nell’assunzione del cibo ed arriva a consumare dai 5 ai 15 pasti quotidiani, sempre in piccole e modeste quantità.

Questa sua caratteristica spesso ci porta a considerarlo come sofferente ed inappetente, con il conseguente nostro tentativo di stimolarlo con sempre nuove tipologie di alimenti e, soprattutto, in enormi quantità.

Le variazioni di appetito possono essere dei validi indicatori dello stato d’animo del nostro gatto nonché del suo stato di salute.

Se il nostro gatto si dimostra particolarmente famelico, fin tanto da sviluppare problemi di sovrappeso ed obesità, questo potrebbe essere un chiaro segno di malessere psicofisico tanto quanto la sua eventuale tendenza a non mangiare affatto, perdendo di conseguenza peso fino a risultare cachettico.

Un altro aspetto di cui tenere conto è la cura che il nostro micione ha di se stesso: il comportamento di toeletta e sicuramente tra le attività che vengono svolte con maggior dedizione.

La pulizia del gatto è fatta di gesti e movimenti che si sviluppano uno di seguito all’altro e, se la si osserva bene, si coglierà che non è svolta a caso ma organizzata secondo uno schema ben preciso: leccamento delle labbra, leccamento della zampa anteriore, strofinamento da dietro l’orecchio fino davanti all’occhio, leccamento dell’addome seguito da quello della zampa posteriore.

La toeletta non è solo un’attività volta a pulire il proprio corpo ma è qualcosa che da sollievo al gatto, quasi come fosse un automassaggio.

Se il gatto manifesta un incremento del comportamento, ad esempio in seguito a conflitti sociali o a situazioni che generano stress, lo farà per alleviare la tensione emotiva che ne consegue, e si potrà, in questo caso, riscontrare un danno a livello di mantello e di cute.

Tipici segni di un eccessivo livello di leccamento da parte del gatto sono il diradamento del pelo, o la presenza di peli spezzati, fino al rilevamento di zone alopeciche (ossia con assenza totale di pelo).

Anche il gatto che non dedica alcun tempo o scarsissimo tempo alla sua pulizia potrebbe farlo in risposta ad un malessere psicofisico.
In questo caso il suo mantello apparirà grasso, opaco ed arruffato, spesso con associata la presenza di forfora anche di notevole entità.

Il gatto è un animale proverbialmente curioso (un detto inglese recita “la curiosità uccise il gatto ma la soddisfazione lo riportò in vita”).

Chi vive con un gatto sa che non si fa in tempo a rincasare con la borsa della spesa che il nostro adorabile felino domestico è già con il muso al suo interno per cercare di scovare cosa è stato acquistato.

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Ma non solo la borsa della spesa cattura il suo interesse anche le nostre borse, le nostre giacche, i nostri ombrelli per non parlare delle nostre scarpe o di qualsiasi oggetto lasciamo incautamente incustodito.

Dovrebbe sicuramente destare stupore, in un proprietario, e accendere un campanello di allarme l’assenza totale di curiosità nel proprio gatto.

Intendiamoci, un gatto potrebbe essere sì curioso ma anche timido e quindi approcciare “la cosa nuova” con una certa lentezza, rimanendo ad osservarla da lontano per diversi minuti, ma il fatto stesso che il gatto resti in un raggio d’azione, tale da permettergli di osservare, denota un certo grado di interesse.
Successivamente si avvicinerà anche per visionare a distanza più ravvicinata.

Se tutto questo è completamente assente, il nostro gatto potrebbe non sentirsi a suo agio e sicuro in casa sua.
Leggi anche: Gatto depresso, sintomi e cosa fare

Infine un proprietario desideroso di capire se il proprio gatto sia felice e sereno ha ancora un punto da tenere in considerazione e cioè se il proprio beniamino prende parte ai momenti di vita quotidiana della famiglia o meno.

Anche in questo caso bisognerà tenere conto di alcune differenze individuali.
Ogni gatto ha un livello di riservatezza differente.

Ci saranno, ad esempio, proprietari a cui non sarà concesso di andare in bagno senza la loro ombra felina e coloro che saranno tenuti d’occhio dal proprio gattone, come sotto lo sguardo di un vigile avvoltoio.

Le personalità dei gatti sono infinite e dobbiamo dunque rinunciare alla brama di comprendere fino in fondo il loro animo e accettare che un alone di mistero resterà sempre, ma ciò non vuol dire che non dovremmo cercare di comprenderlo e soprattutto non dovremmo mai smettere di domandarci se il “nostro gatto è felice”.

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