Come i gatti dimostrano affetto, ti scelgono e come ricambiarli

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Come i gatti dimostrano affetto ti scelgono e come ricambiarli

“Mi ami, ma quanto mi ami? E mi pensi, ma quanto mi pensi?” recitava uno spot televisivo famosissimo degli anni ’80. Chi di noi non ha mai recitato una frase simile al proprio gatto? Siamo sinceri: praticamente un po’ tutti! Ma dato che il nostro gatto a parole non lo può di certo dire, come fare a capire se il nostro gatto ci ama davvero o meglio in che modo un gatto dimostra affetto? E se no, come conquistarlo! Scopriamolo passo dopo passo insieme!

Come capire se il gatto ti ama

Premettendo che la variabilità individuale nel gatto domestico è davvero elevata e che, quindi, ogni gatto è a sé, si può capire abbastanza facilmente se un gatto ama il proprio padrone. Questo si può fare solo tramite una corretta ed adeguata lettura del linguaggio vocale e posturale del gatto stesso.

Quindi, se il tuo gatto:

  • ti viene incontro al tuo ritorno a casa con la coda a mo’ di punto interrogativo e ti accompagna alla porta quando stai uscendo (saluto); Leggi anche: Linguaggio della coda del gatto
  • ti salta in braccio e si addormenta tranquillamente tra le tue gambe oppure si accoccola sui tuoi abiti, gradisce comunque sia dormire con te stando a contatto, inoltre fa le fusa e socchiude gli occhi (rilassatezza);
  • comunica con te con la voce tramite svariati tipi di miagolii, trilli e altro (comunicazione vocale); Leggi anche: Significato del miagolio del gatto
  • ti si strofina addosso, ad esempio sulle gambe, lasciando il suo odore per dirti “sei mio!”(marcatura); Leggi anche: Perché il gatto si struscia
  • ti annusa in vari posti del tuo viso e del tuo corpo anche facendo “naso-naso” e ti lecca mani e piedi (affiliazione);
  • fa la pasta su di te (ricordo materno); Leggi anche: Perché il gatto fa la pasta
  • tenta in più modi di calmarti standoti a stretto contatto fisico, quando sei nervoso e/o arrabbiato (pacificazione);
  • partecipa volentieri ai tuoi giochi e ti invita a sua volta (gioco);
  • mangia volentieri in tua compagnia e anche dalle tue mani (comportamento alimentare);
  • ti segue incuriosito in tutto ciò che fai (comportamento esplorativo);

Stai ancora continuando a leggere con il dubbio che il tuo gatto ti ami davvero??? Certo che TI AMA, se lo riconosci nei vari punti qui sopra scritti!

Il tuo gatto molto affettuoso ti adora: perché quando un gatto ti vuole bene, è attraverso questi semplici e comuni comportamenti che ti dimostra il suo affetto.

Il mio gatto non mi vuole bene… sei sicuro? Chiaritevi!

Se, invece, non hai riconosciuto il tuo gatto nel precedente paragrafo e il tuo gatto fa esattamente l’opposto:

  1. non viene incontro né quando rincasi né quando esci;
  2. non ti salta in braccio né dorme con te;
  3. c’è la totale assenza di miagolii e fusa;
  4. non ti annusa né lecca né si strofina addosso;
  5. non fa la pasta;
  6. è indifferente o si allontana, se sei nervoso e/o arrabbiato;
  7. non partecipa ai tuoi giochi;
  8. preferisce mangiare di notte, quando tu dormi;
  9. non è interessato a ciò che fai in generale.

Non devi subito pensare: “Ecco, il mio gatto non mi vuole bene!”.

Prima di tutto rifletti su quando è stato visitato l’ultima volta dal tuo veterinario di fiducia e fai fare degli accertamenti perché molti punti possono far pensare ad una patologia in corso, a maggior ragione se prima il tuo gatto non si comportava così.

Se, invece, viene escluso un problema di salute, potrebbe essere legato alla personalità stessa del gatto. Come già detto più volte, la personalità è data dal temperamento (influenza genetica) che dal carattere (influenza ambientale legata al vissuto) del gatto. Per questo motivo devi chiederti se i genitori del tuo gatto si comportavano così e che tipo di vissuto ha (ad esempio era un randagio prima della tua adozione?). Anche l’età è influente soprattutto se si tratta di un gatto anziano.

Alcuni gatti, quindi, non sono particolarmente affettuosi, ma non per questo non vogliono bene.

Ricordati: il gatto è un solista e non un animale da branco come il cane! Perciò quella che per te è indifferenza, per il tuo gatto è vivere a modo suo la libertà anche se tra le mura di casa.

Nel caso in cui, invece, non si trattasse solo di personalità, ma si va oltre e:

  1. ogni volta che ti avvicini, il gatto ti soffia, graffia o addirittura sputa (comportamento aggressivo);
  2. in tua presenza si allontana sempre o preferisce stare nascosto (isolamento);
  3. si spaventa ogni volta che ti avvicini o che ti muovi(paura);
  4. si lecca nervosamente solo alcune parti del corpo creando alopecie o addirittura piaghe sanguinolente (automutilazione);
  5. rompe di tutto in casa (esplorazione distruttiva);
  6. fa bisogni ovunque (eliminazione inappropriata).

Se è stato già escluso un problema di salute dal veterinario di fiducia, è il caso di contattare un esperto in comportamento, accreditato e soprattutto con curriculum universitario, che faccia visita domiciliare e ti sappia indirizzare verso la corretta risoluzione del problema e recuperare una convivenza pacifica con il tuo gatto.

Nei punti sopra citati si possono celare, difatti, delle vere e proprie patologie comportamentali come la depressione l’iperattività, lo stress di varia natura, ma possono esserci anche delle semplici e banali incomprensioni e/o degli approcci sbagliati tra gatto ed essere umano.

Se il gatto è stato adottato da poco, è normale che possa essere spaventato e/o che non sia subito propenso ad avere un contatto diretto con il nuovo proprietario, ma ha solo bisogno di tempo.

Se, invece, è cambiato in peggio nel tempo, potrebbe addebitarsi al fatto che è successo qualcosa di particolarmente traumatico, ad esempio un lutto, una separazione/divorzio, un trasloco , assenza del padrone per un lungo viaggio, la nascita di un bambino, una dieta sbilanciata, l’adozione di un altro animale a lui non gradito, ma anche un periodo stressante del proprietario, per motivi sentimentali, lavorativi e/o economici, è percepito e vissuto dal gatto che non sa più come approcciarsi e ci rinuncia isolandosi o addirittura aggredendo, soprattutto se ha subito lui stesso reazioni violente in casa.

Come dimostrare affetto al gatto

Il gatto capisce se gli vuoi bene e tu devi imparare a dimostrare affetto al tuo gatto. In che modo? E’ semplicissimo: devi essere te stesso!

Se ti ha scelto e il tuo gatto ti dimostra affetto come ho spiegato nel primo paragrafo, sei perfetto così.

Se, invece, riconosci il tuo gatto nel secondo paragrafo, conquistalo arricchendo l’ambiente in cui vivete. Basta aggiungere mensole, scatole, tiragraffi e arrampicatoi di varie altezze che tu stesso puoi costruire. Inoltre, fornisci del cibo bilanciato da lasciare a disposizione in più zone della casa con altrettante fonti di acqua fresca. Cerca di invitarlo al gioco con stuzzicamici, palline anche di carte e lucine.

Cura molto la pulizia sia delle ciotole, ma soprattutto delle lettiere che possibilmente devono essere due (una per le urine ed una per le feci). Sulle cuccette o posti dove gradisce dormire, lasciagli qualche tuo indumento.

Per favorire il contatto, siediti a terra alla sua altezza e muoviti lentamente, fatti annusare e toccalo con il dorso della mano che è meno invasivo rispetto al palmo.

Puoi aiutarti anche con l’utilizzo dei feromoni da mettere sia nell’ambiente in cui vivete che da spruzzarti addosso.

L’amore si conquista nel tempo, quindi armati di pazienza e il tuo gatto vedrai che ti amerà.

Quando un gatto ti sceglie

Ti amo più della mia stessa pelle”(Frida Kahlo), nessun’altra frase è più adatta di questa per descrivere l’amore che certi gatti sanno dare. Talmente affettuosi e legati al proprio proprietario da superare addirittura i cani.

Casi recenti di cronaca lo affermano: non sono più casi isolati, ma sempre più comuni i gatti che seguono e aspettano il proprio proprietario davanti all’ospedale come Tenny che attendeva la dimissione della sua padrona ad Oderzo.

Ma anche vegliano il loro amico a due zampe dopo il trapasso come il gatto Helios che è rimasto vicino al suo amico clochard Aldo nella città di Palermo.

Io personalmente ho conosciuto un gatto (mio paziente) che dalla vita libera nei boschi ha scelto di seguire per chilometri una donna a lui sconosciuta che lo ha adottato e portato a vivere con lei in un appartamento di una città caotica come Roma.

Morale: su come sceglie il padrone un gatto non lo sapremo mai e rimarrà un mistero, perché l’amore è fatto così: di chimica, di intesa, di feeling che va al di là dell’aspetto economico, posizione sociale o aspetto fisico.

Come dico sempre io “Buona convivenza a sei zampe!” e se hai domande o dubbi sul come un gatto ti sceglie, come ti dimostra affetto e come dimostrare al tuo gatto che gli vuoi bene, scrivimi pure nei commenti.

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4 commenti
  1. Nora
    Nora dice:

    Ho da poco adottato due gattine (due sorelline) di circa 6 mesi in un gattile. Sono con noi da 3 giorni e ancora sono piuttosto spaventate. Una delle due ancora fa fatica ad uscire dalla cuccetta e appena ci vede si dà alla fuga. L’altra oggi ha trovato altri posti della casa dove appollaiarsi e ha cominciato a farsi accarezzare anche se poi scappa pure lei….
    Hanno già avuto due mesi fa un’adozione andata male quindi immagino non si fidino… e che ci voglia del tempo ma mi chiedo cosa possa far scattare in loro la voglia di venire da noi come fanno di solito i gatti che cercano le persone con cui abitano…Consigli particolari a parte la pazienza?

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  2. Marzia
    Marzia dice:

    La mia gatta Mina mi ha lasciata da pochi giorni. Aveva 12 anni ed era la più giovane delle tre che vivono con me. Era anche la più affettuosa, inutile che vi dica il mio dolore. 12 anni fa è stata lei a scegliermi. Si trovava accucciata sotto il portico della casa di mia sorella a una distanza di circa 100 metri. Mi ha vista, si è alzata, si è messa a correre verso di me e mi è saltata in braccio facendo immediatamente le fusa. Non ho potuto far altro che portarmela a casa. Questo è sempre stato un mistero per me, qualcuno me lo sa spiegare? Grazie

    Rispondi
  3. Carmen
    Carmen dice:

    Ciao ho letto il tuo annuncio e mi è piaciuto moltissimo ??avrei dei dubbi con il mio micio di sei mesi appena compiuti.. E da quando era piccolo non mi fa più le fusa… Solo il primo mese poi ha smesso… Con gli altri componenti della casa mio fratello e mia madre… Con loro mi riempe di fusa.. Non capisco quale sia il problema!!! Io so che lui mi vuole bene me lo dimostra tutti i giorni… Seguendomi per tutta la casa… Se lo chiamo viene e giochiamo molto spesso!! L’unico mio dubbio è questo che magari non mi vede come la sua padrona preferita… Questa cosa mi rende molto triste, vorrei tanto sapere quale sia il problema perché io da lui vorrei solo tante coccole!!!!!

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  4. axl88
    axl88 dice:

    A me è successa una cosa davvero stramba ieri sera, ed è la ragione per cui ho cercato questo contenuto.
    Abito al centro di un paese, per cui è come fosse un quartiere di una città. La zona è trafficata durante il giorno, la sera no.
    Scendo di casa per prendere l’auto parcheggiata nel mio passo carraio alle 21.30
    Non faccio a tempo ad aprire l’auto che un gatto appena mi vede, dall’altro lato della strada, “schizza via” per corrermi incontro! Stiamo parlando di 20/30 metri in quanto stava nello slargo di un’altra casa. Attraversa la strada trasversalmente con tanta decisione che mi sarei voluto girare dietro ipotizzando uno scambio di persona, cosa impossibile visto che è il mio passo carraio, dietro non c’è nessuno e la zona era deserta al momento.
    Insomma un comportamento che mi è parso quasi canino.
    Io il gatto, un normalissimo striato, non l’avevo mai visto.
    Arrivato da me mi ha fatto le “feste” tutt’attorno, come fossi il suo padrone, quando ho fatto per aprire l’auto è zompato subito su controllando tutto l’abitacolo… mah?! E’ sceso, allora son montato io… e ovviamente è risalito lui, facendo di nuovo la ricognizione di tutto l’abitacolo, sedili posteriori compresi, non prima di aver preso qualche carezza in braccio a me. Poi finalmente soddisfatto se n’è sceso “dandomi il permesso” di partire. ahah!
    A memoria non mi ricordo atteggiamenti così espansivi da parte di un gatto completamente sconosciuto.

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