Finalmente farmaci umani equivalenti per gli animali

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E’ stato approvato dalla commissione bilancio della camera l’emendamento che prevede la possibilità ai veterinari di prescrivere agli animali i farmaci equivalenti di uso umano, più economici, ma di pari efficacia.
Finalmente una bella notizia per la cura dei nostri animali, che risulta spesso molto costosa, causando difficoltà alle famiglie per la cura dei propri animali, ma grosse difficoltà anche alle associazioni e ai volontari che si prendono cura di animali abbandonati, colonie feline e animali randagi.

L’emendamento era stato proposto da Patrizia Prestipino, sempre interessata alla tutela degli animali, dando voce alle persone che si trovano a dover curare i loro animali con farmaci costosi nell’impossibilità di vedere prescritti farmaci equivalenti ad uso umano, di pari efficacia e meno costosi.

Emendamento uso farmaci umani equivalenti per gli animali

L’emendamento alla legge di Bilancio, che ha trovato consenso tra i partiti, prevede l’inserimento dell’art 81 bis, una deroga al divieto previsto dall’art. 10 del  D.lgs 193/06, in modo che:  Ove esista un medicinale autorizzato per uso umano con la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive rispetto al medicinale veterinario autorizzato per la cura di una patologia di un animale non destinato alla produzione di alimenti, qualora il medicinale per uso umano abbia un costo inferiore a quello del medicinale veterinario, il veterinario può prescrivere il medicinale per uso umano.

Il testo dell’emendamento proposto è questo:

Introduce l’articolo 81-bis che modifica il decreto legislativo 6 aprile 2006 n. 193 di attuazione della direttiva 2004/28/CE relativa al codice comunitario dei medicinali veterinari, inserendo il comma 10-bis che prevede un decreto del Ministro della salute, sentita l’Agenzia del farmaco (AIFA), da emanarsi entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, per definire i casi in cui il veterinario può prescrivere per la cura degli animali – non destinati alla produzione di alimenti – un medicinale per uso umano, fermo restando il principio dell’uso proprietario di medicinali veterinari per il trattamento delle affezioni delle specie animali.

La norma è applicabile nel rispetto delle disposizioni dell’ordinamento comunitario in materia di medicinali veterinari, tenuto altresì conto della natura delle affezioni e del costo delle relative cure, a condizione che il medesimo medicinale abbia lo stesso principio attivo rispetto al medicinale veterinario previsto per il trattamento dell’affezione.

Detto decreto, ai sensi del comma 2, deve disciplinare anche le modalità con cui l’AIFA può sospendere l’utilizzo dei medicinali ad uso umano per il trattamento delle affezioni animali, nel caso occorra prevenire possibili carenze del medicinale per uso umano.

Il costo dei medicinali così prescritti resta in ogni caso a carico dell’acquirente a prescindere dal loro regime di classificazione (comma 3).

Il comma 4 stabilisce infine che dall’attuazione delle disposizioni del presente articolo non devono nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Fonte: http://documenti.camera.it/leg18/dossier/testi/ID0014b.htm?_1608445446174

Spesso i farmaci veterinari sono 10 volte più costosi di quelli ad uso umano, pur avendo la stessa efficacia e lo stesso principio attivo.
Questo emendamento è utile anche per prevenire l’uso indiscriminato di farmaci umani dalle persone che per risparmiare “provano” ad usare farmaci che hanno in casa per loro uso sui loro animali. Spesso questo causa problemi anche seri al proprio animale, pur essendo i proprietari in buona fede. Regolarizzando e prescrivendo i farmaci ad uso umano meno costosi peer curare gli animali si va a prevenire anche queste pratiche poco consone.

Perché è sbagliato usare indiscriminatamente farmaci ad uso umani sugli animali? Pensiamo solo alle dosi di farmaco per noi adulti: un adulto pesa in media 70kg, un gatto o un cane può pesare anche 2-3 kg, senza calcolare i cuccioli. Questo fa capire quanto può essere diverso il dosaggio, e spesso a queste cose non si sta attenti.
Alcuni farmaci ad uso umano, inoltre, possono essere altamente tossici per un animale, uno tra tutti ad esempio i famosi FANS, i farmaci antiinfiammatori utilizzati comunemente per mal di testa o raffreddori.

I poveri proprietari di animali devono inoltre fare i conti con l’Iva al 22% sulle prestazioni veterinarie, farmaci e alimenti per la salute animale, un prezzo troppo alto da pagare per la salute dei nostri animali da compagnia, quando invece potrebbe essere prevista una aliquota del 10%. Le associazioni e gli stessi veterinari stanno lottando da tempo contro questa situazione assurda.

Ecco le parole della Prestipino:

“E’ stato approvato in commissione Bilancio il mio emendamento che consente ai veterinari di prescrivere i farmaci meno costosi per umani agli animali. Si tratta di un grande risultato ottenuto a costo zero, che farà risparmiare allo Stato nella spesa veterinaria per i canili, le associazioni animaliste e i milioni di italiani che hanno animali da affezione, ma soprattutto favorirà le adozioni. Curare gli animali non sarà più un salasso. Il risultato positivo è giunto dopo giorni di interlocuzione con il ministero della Salute e l’Aifa, che ha poi portato finalmente il servizio veterinario del Ministero a esprimere parere positivo. Ringrazio il ministro Speranza per l’attenzione (non scontata) riservata a questo tema, che ha tenuto a comunicarmelo di persona, e il presidente Melilli che ha capito da subito l’importanza della norma. Sono molto felice, perché questo è un bellissimo regalo di Natale per i nostri amici a quattro zampe e le loro famiglie”.

In questo momento di pandemia ed isolamento, tra l’altro, ci sono più di 3,5 milioni di italiani che hanno adottato un animale domestico, numeri evidenziati da MDC, Movimento Difesa del Cittadino. L’associazione ha lanciato anche la campagna “Amici per la vita”, per garantire lo status di soggetti titolari di un diritto proprio alla tutela giuridica ai nostri animali, dopo la la Cassazione con la sentenza n. 22728/18 li ha equiparati a cose mobili, come un oggetto una automobile, in violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale, proclamata dall’Unesco nel 1978.

I nostri animali invece sono in tutto e per tutto esseri senzienti, purtroppo senza voce, e sta a noi umani tutelarli anche in senso giuridico, anche perché sappiamo che li consideriamo come nostri figli. La tutela a mio parere va estesa a tutti gli animali, anche selvatici, con le stesse tutele che riserviamo ai nostri animali domestici: non vedo perché debbano esistere animali di serie A o B a seconda del loro rapporto con noi umani.

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