Gatti e bambini

In questo articolo parliamo del rapporto tra gatti e bambini, di come possano convivere al meglio e che cosa fare quando è in arrivo un bambino e si ha già un gatto.

Crescere con un animale è un’esperienza bellissima e formativa: l’animale domestico può essere un compagno di giochi e un amico sempre fedele, ma ha anche la grande potenzialità di stimolare nel bambino il senso di responsabilità, l’attenzione, la cura, la capacità di osservazione e il rispetto verso “un altro da sè”.

E’ quindi molto positivo che il bambino possa, con le giuste attenzioni e le corrette modalità, condividere spazi con il cucciolo a quattro zampe di casa e interagire con lui.

Ritengo che gatti e bimbi possano convivere serenamente e, di seguito, troverai alcune indicazioni utili per aiutare l’animale ad accettare i cambiamenti e per costruire una sana relazione bambino-gatto. Fondamentale è comunque sempre la supervisione di un adulto quando animali e bambini sono insieme.

Bambino e gatto possono convivere serenamente

Bambino e gatto possono convivere serenamente

Arriva un neonato, e il gatto?

Gatti e neonati: è possibile? La risposta è si.
I genitori in dolce attesa sono spesso molto indaffarati con i preparativi per accogliere il neonato, ma è bene pensare anche a “preparare” il gatto al nuovo arrivo e ai cambiamenti che ci potrebbero essere nell’ambiente e nella gestione degli spazi.

Dire che il gatto è geloso del neonato non è proprio corretto, bisogna avere degli accorgimenti fin da prima del parto, in modo da impostare subito una relazione corretta.

E’ utile decidere con anticipo se gli spazi adibiti al pasto, alla lettiera e al riposo del gatto verranno cambiati o  spostati.
Se sì, il cambiamento deve essere fatto almeno qualche settimana prima dell’arrivo del bambino.

Ricordiamo che la lettiera e le ciotole devono essere posizionate in luoghi tranquilli, ma le ciotole devono essere messe almeno a qualche metro di distanza dalla lettiera.

Per quanto riguarda i luoghi di riposo, è importante mantenere le stesse copertine, cucce, cuscini… e spostarli solo se strettamente necessario, in realtà spesso accade che i gatti scelgano da soli i propri luoghi preferiti e ritengo che sia bene assecondarli, per quanto possibile.

Dal momento della nascita, è consigliabile portare a casa gli indumenti usati del bambino e lasciarli nelle stanze, prima che mamma e bebè tornino a casa.

In questo modo il gatto vi si può avvicinare ed annusarli, ed il rapporto neonato gatto può iniziare nel migliore dei modi, come la convivenza gatto neonato. Il gatto deve essere libero di farlo o meno, senza forzature. Può quindi familiarizzare tranquillamente con l’odore del neonato.

Personalmente, come esperta di relazione uomo-animale, ritengo che in generale non ci siano controindicazioni al fatto di permettere al gatto di condividere tutti gli spazi con il bambino.
Però è possibile che alcuni genitori decidano di restringere, seppur temporaneamente, gli spazi del gatto (ad esempio il micio non potrà più entrare in alcune stanze).

Leggi anche: Chi è e cosa fa l’etologo?

Anche in questo caso ci vuole gradualità: si riduce via via il tempo che il gatto passa in quella stanza e si predispone un giaciglio accogliente in un altro angolo della casa, o semplicemente… si chiude la porta in modo da non far entrare il gatto.

Ma è necessario dargli delle alternative gradite! Al gatto piace stare in alto: potrebbe essere consigliabile mettere delle mensole o delle passerelle in modo tale che lo spazio del gatto possa avere uno sviluppo “verticale”.

Le reazioni del gatto all’arrivo del neonato

L’animale può avere diverse reazioni al neonato: iniziale curiosità e poi apparente disinteresse; diffidenza; molto interesse per gli indumenti, con annusate e strusciatine su di essi.

Sarebbe auspicabile che il gatto avesse quest’ultima reazione, ma accettiamo ovviamente anche le altre due, si tratta solo di lasciare al gatto un po’ di tempo.

Raramente il gatto mostra paura, in questo caso si può lasciare solo un indumento del bambino in un luogo lontano dalle ciotole, dalla lettiera e dai luoghi di riposo e gioco del gatto (così non sentirà “invaso” il proprio territorio) e non forzarlo assolutamente ad avvicinarsi. Analogamente, sarebbe opportuno lasciare al gatto la possibilità di esplorare gli oggetti che saranno del neonato.

Sia prima che dopo l’arrivo del bebè ci possono essere momenti concitati, come ad esempio lavori per preparare la cameretta, arrivo di oggetti e pacchi, visite di amici e parenti.

Per aiutare il gatto a non stressarsi è opportuno lasciargli delle “vie di fuga” per allontanarsi e degli spazi in cui rifugiarsi se desidera allontanarsi dalla confusione.

All’arrivo del bimbo a casa, può capitare che il gatto manifesti diffidenza o comportamenti schivi. Questo è normale, deve solo abituarsi al cambiamento di routine e al nuovo arrivo, compresa la… voce del bambino!

La parola d’ordine è sempre “gradualità”, cioè lasciare al gatto i propri spazi e i propri tempi. Non affrettare l’approccio: molto probabilmente sarà il gatto ad avvicinarsi al piccolo in un momento di tranquillità, dapprima annusandolo e poi eventualmente entrandoci in contatto fisico.

Ecco che inizia la convivenza tra neonato e gatto. In questi momenti magici, si può parlare al gatto con voce calma per tranquillizzarlo e per lodarlo.

Se il gatto arriva in una casa con bambini

Spesso un animale viene adottato PER il bambino. E’ un pensiero positivo: come hai già letto all’inizio dell’articolo, crescere con un animale è un’esperienza che arricchisce.

D’altra parte, non si deve pensare al gatto come ad un passatempo, un giocattolo per il bambino, quindi il genitore deve riflettere attentamente prima di adottarlo, dato che un bambino non può occuparsi da solo dell’animale e ha bisogno della guida e dell’aiuto di un adulto.

Se il gatto è cucciolo, di norma non ha grosse difficoltà ad ambientarsi e ad entrare in contatto con il bambino.
Se è adulto, è possibile che ci vogliano un po’ di giorni perché si fidi dei membri della nuova famiglia.

In entrambi i casi, è comunque importante insegnare al bambino come si deve relazionare con il gatto.

Bambini e gatti in casa

Bambini e gatti in casa

Gli insegnamenti fondamentali per un buon rapporto tra gatto e bambino

Oltre agli insegnamenti più “conosciuti” – ma sempre importanti – da dare al bambino,  come non tirare il pelo, non rincorrere il gatto, non disturbarlo mentre dorme o mangia ecc… se ne devono affiancare altri: non prenderlo in braccio per forza e non accarezzarlo quando sembra nervoso o spaventato; il gatto accetta il contatto fisico a bassa intensità e quando è rilassato, quindi si deve mostrare al bambino quando e come avvicinarsi all’animale, rispettando i suoi stati d’animo e facendolo in modo tranquillo, senza agitazione.

Ci sono anche gatti che non amano molto il contatto fisico, in questo caso si deve guidare il bambino ad interagire con il gatto in altri modi, come ad esempio attraverso il gioco, utilizzando oggetti graditi al gatto o facendo attività tipo “cerca il bocconcino”.

Un bambino in età scolare può inoltre affiancare l’adulto nella cura del gatto, aiutandolo a somministrare il cibo e l’acqua, o a scegliere i giocattoli per lui o a spazzolare l’animale, se quest’ultimo gradisce. Bambini piccoli non possono capire le indicazioni verbali dell’adulto e possono avere difficoltà a controllare i propri movimenti e la propria vivacità.

Sorvegliare bambini e animali è fondamentale sempre, ancor più se i bambini sono piccoli, e se necessario il bambino va fermato quando è agitato e il gatto è infastidito e i due vanno temporaneamente divisi.

Ti ricordo che l’esempio dato dall’adulto che si comporta correttamente è di grande aiuto nell’insegnare al bambino!

Eventuali problemi: il gatto può essere geloso del bambino?

Non sappiamo se i nostri animali provino un sentimento di gelosia analogo a quello di noi umani.
Il mio parere è che, se presente un sentimento di questo tipo, non possa essere uguale a ciò che intendiamo noi per “gelosia”.

Tuttavia è possibile che un animale possa sentire un cambiamento nelle attenzioni che gli si dedicavano e manifestare dei comportamenti volti ad attirare l’attenzione dei proprietari, come un aumento delle vocalizzazioni.

Ma nella maggior parte dei casi in cui il gatto mostra comportamenti “strani” o modifiche rispetto al comportamento normale (come ad esempio pipì fuori dalla lettiera) non penserei ad una semplice gelosia ma ad uno stato di stress.

Questo è da ricollegare al fatto che alcuni gatti sono più suscettibili di altri ai cambiamenti, sentono un’invasione del proprio territorio e vedono rivoluzionate le abitudini.
In entrambi i casi introducendo i cambiamenti gradualmente e cercando di non trascurare l’animale questo rischio si riduce molto.

Una nuova avventura tra gatti e bambini

Consiglio ai neogenitori di rendere partecipe il proprio gatto, per quanto possibile, alla vita della nuova famiglia.
Sarà l’inizio di una bellissima convivenza!

In caso di problemi o anche semplicemente nel caso in cui i genitori abbiano bisogno di consigli preventivi, possono rivolgersi ai professionisti che si occupano di comportamento animale. Per ciò che riguarda invece l’igiene della casa, allergie, eventuali malattie trasmissibili da gatto a bambino il veterinario di base potrà dare preziose informazioni.

Se hai domande o vuoi chiedere chiarimenti sul rapporto tra gatti e bambini, scrivile pure nei commenti.

Dott.ssa Eva Ricci, etologa.

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2 commenti
  1. Silvia
    Silvia dice:

    Salve abbiamo un micio di circa due mesi da poco piu di 2 settimane. Ogni volta che il micio viene sgridato con un no e viene preso e spostato mentre fa qualcosa di sbagliato soffia e cerca di mordere le mani ( orecchie schiacciate indietro e schiena curva). Ho un bambino di 5 anni e ho paura che se sbagliamo qualcosa nell educazione del micio da grande potrebbe farci male. Non vorrei si abituasse ad attaccare. Diciamo che invece di scappare cerca di attaccare miagolando e soffiando. Grazie mille per un consiglio

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    • Dott.ssa Eva Ricci
      Dott.ssa Eva Ricci dice:

      Salve, il gattino probabilmente ha quelle reazioni per paura. In linea generale, per costruire la relazione ed “educare” il gatto, si devono limitare i no bruschi solo esclusivamente a momenti di “emergenza”, es. se si sta mettendo in pericolo (es. rosicchia cavi elettrici). In tutti gli altri casi si deve provare a distrarlo e ridirigerlo su altro e/o mostrargli l’alternativa giusta e premiarlo quando fa bene. Bisogna stare attenti a come si manipola il cucciolo, sempre delicatamente e senza spaventarlo. E’ importante anche educare i bambini a rispettare il gatto. Non so quali siano i motivi per cui e i momenti in cui siete portati a sgridarlo, ma se ad esempio è perchè graffia e morde giocando, la prima cosa da fare è non incentivare il gioco con le mani e i piedi :) e prediligere giochi attraverso oggetti. Per il resto, un cucciolo è sicuramente vivace, può tentare si salire sui mobili, attaccarsi alle tende… ma rientra nella normalità :) sul sito può trovare anche un articolo da me redatto sull’accoglienza ed “educazione” del gattino

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