Gatto Down e tigre down: chiarezza sugli animali con la sindrome di Down

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Gatto Down e tigre down chiarezza sugli animali con la sindrome di Down

Si chiama Monty, ha un musino veramente simpatico e nel suo profilo instagram @monty_happiness potete vedere un sacco di foto di questo gatto con la sindrome di Down. In realtà la sindrome di Down può colpire solo gli esseri umani, anche se ci sono alterazioni cromosomiche anche negli animali che possono produrre effetti molto simili.

La sindrome di Down negli animali

La sindrome di Down è causata, nell’uomo, dalla trisomia del cromosoma 21. Che cosa significa? Il nostro DNA umano è composto da coppie di cromosomi che contengono tutte le informazioni sulla natura del nostro organismo. L’essere umano possiede nel suo DNA 23 coppie di cromosomi, ma nella sindrome di Down la 21esima coppia contiene 3 cromosomi.

Questa anomalia genera i tratti somatici caratteristici delle persone affette dalla sindrome di down, oltre che causare delle particolarità cognitive e legate alla crescita.

Negli animali, la sequenza genetica dei cromosomi è diversa da quella umana, ma è possibile che anche negli animali si verifichino anomalie che comportano la presenza di trisomie, cioè 3 cromosomi in una porzione di DNA invece della normale coppia. Può succedere a tutti gli animali, ed abbiamo esempi del genere nei gatti, nelle scimmie, nelle pecore, ecc.

Monty, il gatto con la sindrome di Down

Monty è un gatto trovatello che abita in Danimarca con la coppia che l’ha adottato, a cui hanno dedicato anche un profilo su Instagram. Monty è un gatto amato pur nella sua diversità: la sua anomalia genetica, oltre al particolare musetto (bellissimo a mio avviso <3) ha causato anche problemi di crescita, tanto che a 5 anni il micio sembrava ancora un cucciolo.

Monty è affetto dalla sindrome di down felina, e la coppia che l’ha adotta l’ha visto per la prima volta in un gattile quando aveva tre anni, nel 2013, e ora lo amano a dismisura. Sono stati conquistati dal bellissimo carattere di Monty, che anche se divideva una stanza del gattile con altri mici che erano violenti con lui, Monty non reagiva, ma cercava tranquillamente la loro compagnia.

Monty gatto down
Monty, gatto down

Non è facile essere i genitori di Monty, che ha causato loro a causa della sua sindrome, non pochi pensieri. Monty è nato con il setto nasale affossato, ed ogni tanto starnutisce, anche se la sua respirazione è quella di un gatto normale. La sua vescica però non funziona molto bene e qualche volta perde urina nel sonno. Ma ai genitori di Monty non importa: lo amano così, qualche goccina di pipì si può pulire facilmente!

Qualche tempo fa questa dolce coppia ha adottato per Monty una sorellina, anch’essa un gatto con sindrome di Down, che si chiama Molly. I due sono gatti felicissimi ed affettuosissimi e super fotografati dai loro umani.

Monty e Molly gatti con sindrome di Down
Monty e Molly gatti con sindrome di Down

La sindrome di Down nei gatti dunque esiste e ne abbiamo già due esempi nella stessa famiglia danese, con Monty e Molly

Molly gatto sindrome down
Molly, un gatto con sindrome di Down

Tigre Down? La verità su Kenny

Un altro animale è divenuto famoso nel web a causa del collegamento con la sindrome di Down: si tratta di Kenny, una tigre bianca, che in realtà non ne era affetta. Sembrava una tigre con la sindrome di Down perché i suoi lineamenti richiamavano un po’ quelli caratteristici di umani e animali con la sindrome di Down, ma in realtà la tigre era frutto di accoppiamenti tra consanguinei fatti da un allevatore senza scrupoli.

tigre down
Kenny, la tigre bianca non affetta dalla sindrome di Down

Kenny fu salvata da un allevamento lager nel 2000 dopo essere stata trovata, assieme al suo fratello strabico, in una piccola stanza piena di sporcizia, in condizioni pessime. Kenny è stata portata poi al Turpentine Creek, sotto la cura di Emily McCormack, un centro che l’ha accudita fino alla sua morte, avvenuta a 10 anni a causa di un tumore.

Una storia ben diversa, dunque, quella della povera tigre Kenny, vittima di allevamenti senza scrupoli che si arricchiscono alle spese degli animali. La sua vita per fortuna è finita con un periodo di felicità, aveva il suo giocattolo preferito con cui giocava al centro che l’aveva accolta, in una ambiente consono e salutare. Almeno nei suoi ultimi giorni è stata felice.

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