Il carattere del gatto: capire la loro psicologia

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Il carattere del gatto e psicologia

In questo articolo parliamo del carattere del gatto e della sua psicologia, così misterioso per noi e spesso indecifrabile. Cercheremo di svelare come capire il carattere di un gatto cucciolo e come cambia in base al fatto che sia maschio o femmina, e quanto il colore del gatto influenzi anche il suo carattere.

Il gatto è per la maggior parte dei proprietari un animale dal carattere misterioso e criptico.

I gatti sono animali che probabilmente non riusciremo mai a decifrare nella loro interezza, ma ciò non toglie che resti in noi il desiderio di cercare di avvicinarci un pochino di più alla comprensione di questo animale così regale, che affascina l’uomo dalla notte dei tempi.

Come capire il proprio gatto

Al mondo non esistono due gatti con lo stesso carattere e personalità.

Anche tra gatti più socievoli o più solitari possiamo individuare miriadi di sfaccettature che li rendono estremamente differenti l’uno dagli altri.

Il gatto è un animale che nasce con una doppia natura, è sia una preda che un predatore, e questo aspetto ne influenza la sua visione del mondo.

Va inoltre tenuto in considerazione che non tutti i gatti nascono in uno stesso contesto e anche questo aspetto sarà destinato a influire sul loro carattere futuro.

Abbiamo infatti gatti selvatici, semi-selvatici ed infine i nostri beneamati gatti casalinghi.

Per capire il proprio gatto il primo passo non può che essere quello di accettarlo così com’è.

Desideriamo fare le coccole al nostro piccolino ma lui non sopporta nemmeno che gli sediamo vicino?
Oppure vorremmo un gatto indipendente ed il nostro “batuffolo di pelo” ci segue passo passo per casa, strusciandosi contro le nostre gambe e rischiando di farci cadere?

Cercare di non cambiarlo e renderlo più simile a noi è già un esercizio di comprensione molto importante.

Secondo punto fondamentale è l’osservazione. Impariamo a guardare i nostri gatti con più attenzione, impareremo in breve tempo anche ad anticiparne le mosse durante la nostra quotidianità.

Nel momento in cui saremo sul divano e vedremo spostarsi per casa il nostro gatto saremo persino capaci di indovinare quali percorsi preferirà seguire (dietro il tavolo, sulla mensola, sullo schienale del divano, ecc).

Come farsi capire dal gatto

Il gatto è un animale estremamente sensibile e se gli volessimo attribuire una caratteristica umana potremmo forse anche definirlo permaloso.

Per cercare di farci capire da lui la mossa più valida è sicuramente entrare in relazione e in sintonia.

Come farsi capire dal gatto

Come farsi capire dal gatto

Per fare ciò è estremamente importante non forzare mai i contatti ma lasciargli quanto meno l’illusione di aver avuto il controllo dell’iniziativa.

Con i gatti più diffidenti sarà necessario attingere a tutta la nostra pazienza.
Cerchiamo inoltre di non apparire mai minacciosi.

Le coccole sarebbe meglio concederle quando è il gatto che le richiede o solo se ci appare ben predisposto, ricordandoci di preferirne alcune rispetto ad altre, ad esempio i grattini fatti dietro alle orecchie o fatti sulla pancia scatenano risposte assai differenti, nel primo caso estremamente positive nel secondo conseguenze di gran lunga spiacevoli.

Alcuni possessori di gatto vorrebbero capire come far capire il proprio affetto al gatto, ma non sono necessarie coccole eccessive, quando non richieste, meglio assecondare il gatto, fornirgli tutto il nutrimento che richiede, e le coccole quando le gradisce.

I gatti sono capaci di comprendere alcune delle parole che utilizziamo, ma la parte più importante è sicuramente il tono di voce che adoperiamo per parlare con loro.

Per far capire al gatto che non deve fare una azione a noi sgradita, mai usare gesti o colpi, può essere sufficiente un tono di voce più alto.

Essere i più dolci possibili anche in questo caso non potrà che facilitarci nel dialogo con il nostro amato felino.

La psicologia del gatto: etologia

Da dove arriva il carattere di un gatto? è perché così tante personalità? E’ possibile capire il carattere dei cuccioli di gatto fin da piccoli?

I gattini di 4-5 settimane d’età hanno già differenti e variegate personalità, anche tra fratelli della stessa cucciolata.

Possiamo individuare anche nel gatto domestico gattini più tranquilli, più timidi, più diffidenti, più reattivi, eccetera.

I soggetti più rapidi e facilmente eccitabili già in giovane età saranno quelli più difficili da introdurre in casa, a patto che non si permetta loro anche di sfogare altrove questa loro natura, ad esempio permettendogli di accedere al giardino.

Quelli più tranquilli e aperti verso le figure umane saranno più propensi a condurre una vita da divano.

Il carattere deriva in parte dai geni e in parte dall’esperienza che ciascun individuo compie, fin dalla più tenera età.

Conoscere la mamma gatta, ma anche il papà (che nel caso dei gatti è spesso complicato), può avere una certa utilità per poter prevedere quali propensioni avrà il gattino una volta diventato grande.

Il carattere del gatto maschio

Per quanto riguarda i gatti maschi un importante aspetto da tenere in considerazione è se sono o meno castrati e a che età sono stati sottoposti all’intervento.

I gatti maschi randagi tendono ad avere uno stile di vita più solitario.

Il carattere del gatto maschio

Il carattere del gatto maschio

Riescono a condividere le stesse aree con altri maschi interi, solitamente non contemporaneamente, a patto che le risorse presenti sul territorio siano sufficientemente abbondanti.

Ad esempio nelle colonie feline, se gestite correttamente, possono trovare cibo in abbondanza, così come luoghi in cui riposare e pertanto non è così insolito trovare più gatti maschi che gironzolano gli uni vicini agli altri.

Cosa assai diversa è in occasione del periodo degli amori: la presenza di femmine in estro comporta anche il verificarsi di lotte alquanto cruente.

Tenuto conto che la gatta è un animale definito poli-estrale stagionale, cioè che presenta, a differenza del cane, cicli estrali continui nell’arco di una stessa stagione, questo periodo di intolleranza tra maschi può diventare assai lungo.

I gatti maschi che vivono nelle nostre case solitamente sono gatti castrati, non è quindi insolito verificare convivenze serene anche laddove ci siano presenti più maschi in casa.

A patto comunque che le risorse quali cibo, cucce, cassette igieniche siano in numero adeguato.

Un gatto castrato casalingo, può avere un carattere anche più docile ed affettuoso rispetto ad un gatto femmina.

Il carattere della gatta femmina

Le gatte che vivono in una condizione di randagismo o semi randagismo tendono a formare dei gruppi più o meno ampi, a seconda delle risorse a loro disposizione , quali il cibo ad esempio, caratterizzati dall’essere costituiti prevalentemente da femmine.

Il regime di matriarcato è quello che predomina nei gruppi di gatti e nel tempo i legami parentali tendono a consolidare la permanenza di alcuni membri del gruppo stesso.

Non è insolito pertanto ritrovare all’interno di colonie feline nonne, zie, mamme e sorelle e così via.

Per quanto riguarda i gattini maschi questi vengono accettati nel gruppo fino a quando non raggiungono la maturità sessuale, poi tendono ad essere allontanati.

Situazione a parte è rappresentata dai gatti maschi adulti castrati soprattutto se l’intervento è stato fatto prima del raggiungimento della loro maturità sessuale.

Di solito si tende a pensare che la gatta abbia un carattere più docile, più affettuoso, si affezioni di più al suo umano, ma in realtà non ci sono particolari differenze tra un gatto maschio e una femmina.

Vediamo in un paragrafo successivo, relativo al colore dei gatti, se la gatta tricolore o squama di tartaruga (perché solo una gatta femmina può avere la colorazione tartarugata, lo sapevi?) può avere un carattere tutto suo.

Razze e caratteri dei gatti

Le razze dei gatti sono di recente selezione rispetto ad esempio a quelle dei cani. Questo aspetto incide anche dal punto di vista del carattere del gatto.

Ormai è ben risaputo che caratteristiche fisiche, frutto della selezione, hanno portato al manifestarsi di alcune caratteristiche comportamentali.

Questo è sicuramente più manifesto all’interno delle diverse razze di cani selezionate negli anni non solo per il loro aspetto fisico, ma anche e talvolta soprattutto per le proprie propensioni verso attività specifiche, prime fra tutte quelle venatorie.

Nei gatti, come detto, la selezione non è stata ancora così spinta ma possiamo identificare delle caratteristiche distintive tra gli uni e gli altri: razze a pelo lungo, razze a pelo corto, razze con il muso schiacciato, razze senza coda.

Però tutti noi concorderemo che la figura di un gatto persiano rispetto ad un qualsiasi gatto comune europeo è sovrapponibile.

Non ci sono quelle grandi differenze di taglia ad esempio che invece ritroviamo nei cugini cani, e chiedere se ci sia una razza di gatti più affettuosa, può avere non facile risposta.

È vero che sebbene possiamo ritenere che alcune razze siano solitamente mansuete e coccolone, ad esempio i gatti persiani o i Ragdoll, oppure che altre razze siano più attive e chiacchierone, come il gatto siamese, queste nostre aspettative possono essere disattese dal nostro gatto di casa appartenente all’una o all’altra razza.

La genetica personale e soprattutto l’apprendimento legato alle proprie esperienze di vita rappresentano aspetti dal peso maggiore nel momento in cui viene definito il carattere del singolo gatto.

Quindi è difficile definire a priori, osservando un cucciolo di gatto di una razza o di un altra, che carattere avrà un gatto norvegese, oppure il carattere del gatto siberiano, e così via.

Una razza particolare di recente selezione, riconosciuta ufficialmente solo nel 1991, è il Bengala e lascia maggiormente aperto questa difficoltà di previsione caratteriale.

Il Bengala è un gatto che deriva dall’unione di un gatto domestico con un gatto selvatico, Prionailurus bengalensis, che ha dato origine ad un meraviglioso gatto dall’aspetto maculato.

Ma la sua genealogia selvatica porta con sé alcuni aspetti che ancora ad oggi non si sono potuti valutare pienamente.

Il colore dei gatti determina il carattere?

Per quanto riguarda il colore del gatto e se questo può influire sul suo carattere, la risposta è sicuramente sì, dal momento che è già stato ampiamente dimostrato come caratteristiche fisiche si accompagnino ad aspetti comportamentali, più facile da verificare all’interno delle razze di cani.

Carattere gatto rosso

Che carattere avrà un gatto rosso?

Ad oggi non ci sono grandi studi a riguardo da parte dei ricercatori.

I gatti rossi, le gatte definite a squama di tartaruga (o gatta tricolore) e i gatti color crema parrebbero essere solitamente più reattivi e intraprendenti e talvolta anche con accenti di aggressività.

Carattere gatta tricolore

La gatta tricolore o squama di tartaruga ha un carattere particolare?

Per quanto riguarda il gatto nero, considerati portatori di sventura, parrebbero essere molto tranquilli ed equilibrati, così come i gatti bianchi, considerati solitamente come schivi e diffidenti, caratteristiche attribuitegli nel corso del tempo a causa di un’alta incidenza di sordità tra gatti con questo tipo di mantello, condizione che influisce sicuramente sulla loro percezione del mondo e di conseguenza sul loro approccio.

Leggi anche: Gatto nero,rosso,bianco o tartaruga: come cambia il carattere?

Conclusioni

I gatti sono animali eccezionali dall’animo regale e assai misteriosi.

Non importa se nelle nostre case vivono gatti maschi o femmine o gatti appartenenti ad una razza in particolare o comuni europei .
Ciò che conta è che siamo disposti ad accettarli per quello che sono: più socievoli e invadenti, più solitari e schivi.

Senza pretendere di cambiare il loro carattere ma essendo noi per primi disposti a modificarci per poter entrare in relazione con loro e costruire così un buon rapporto basato sul rispetto e sull’ affetto reciproco.

4.6/5 - (16 Voti)

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4 commenti
  1. Liliana
    Liliana dice:

    Io ho due gatti neri uno maschio e uno femmina. Il maschio è vivace ma anche dolce e coccolone. La femmina che ho dovuto svezzare io è di una dolcezza incredibile. Il mio terzo gatto è bianco con delle macchie grigie e nere. Lui purtroppo è piuttosto schivo e solitario ma penso che sia dovuto al fatto che è stato picchiato da piccolo. Da 12 anni è in casa con me e io riesco a fargli di tutto perché si è instaurato un buon rapporto tra me e lui però gli è rimasta questa diffidenza nei confronti delle persone. Ultimamente però è poco socievole anche con gli altri due gatti.

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