linguaggio dei gatti come capire un gatto

In questo articolo cercheremo di capire e interpretare il linguaggio dei gatti, per imparare a comprendere le loro esigenze, per cercare di rispondere un po’ alla domanda “cosa pensano i gatti?” quando ci danno dei segnali. Il linguaggio dei gatti si compone di diversi fattori, che vanno dal linguaggio del corpo dei gatti, al linguaggio non verbale al miagolio, e lo vediamo nel dettaglio in questo articolo.

L’etologia è la scienza che studia il comportamento animale in tutte le sue sfumature. L’insieme dei comportamenti o moduli comportamentali costituiscono quello che gli scienziati definiscono etogramma. Conoscere l’etogramma di una specie ci permette di capire e comprendere il suo linguaggio al fine di poter comunicare ed interagire con essa nel modo corretto senza fraintendimenti. Il termine comunicare significa letteralmente “mettere in comune, fare partecipe”, ovvero è l’azione del trasmettere un’informazione da un individuo ad un altro attraverso un mezzo: il codice specie-specifico, ovvero il linguaggio.

Ma il linguaggio altro non è che l’espressione dei singoli comportamenti costituiti da movimenti, gesti e suoni visti nel loro contesto e descritti nell’etogramma. Quindi, ogni individuo comunica agli altri e all’ambiente che lo circonda il suo comportamento attraverso il linguaggio tipico della propria specie (etogramma).
Approfondiamo ora la comunicazione dei gatti attraverso la spiegazione del significato del linguaggio felino.

Capire il linguaggio dei gatti

Quando vogliamo interagire con il nostro gatto nel modo corretto, abbiamo la necessità di conoscere il reale significato dei segnali che ci manda. Capire il linguaggio dei gatti non è una missione impossibile: basta saper osservare con attenzione ciò che fa e valutarne il contesto. Difatti, per capire il proprio gatto bisogna saper interpretare bene i gesti e i segnali tipici della specie gatto, in questo modo si riuscirà a comprendere, in generale, come comunicare con i gatti e soprattutto a capire cosa pensano i gatti.

Iniziamo ora con l’esaminare il linguaggio del corpo del gatto partendo dalla testa per poi passare al busto, alle zampe ed infine alla coda.

Linguaggio della testa del gatto: i suoi significati

Linguaggio dei gatti: leccare

Insieme all’annusare e al guardare tutto ciò che lo circonda per il normale comportamento esplorativo, capita spesso vedere il proprio gatto di casa leccare. Ma cosa vogliono comunicare i gatti con il linguaggio del leccare?

Bisogna fare due distinzioni: se il gatto lecca se stesso oppure un altro individuo.
Quando il gatto lecca sé stesso ha un significato di grooming, ovvero autopulizia, tolettatura, mentre quando lecca altri gatti e/o i proprietari, si chiama allogrooming.

Entrambi questi comportamenti fanno parte delle cosiddette cure parentali ovvero sono comportamenti affiliativi che servono per rinforzare i legami affettivi. Bisogna porre attenzione se il comportamento del leccare degenera ed è fatto con troppa insistenza, arrivando addirittura ad automutilarsi con la formazione di vere e proprie piaghe (stereotipia).

Gatto che si struscia con il muso

Altro comportamento affiliativo molto gratificante è il rubbing, meglio conosciuto come marcatura facciale. Questo consiste nel movimento di sfregatura su oggetti e/o persone partendo dall’angolo della bocca fino all’orecchio, anche per più volte di seguito

Questo serve per rilasciare una marcatura olfattiva utilizzando le ghiandole sottomandibolari, guanciali e periorali (feromoni appaganti dell’amicizia). Una curiosità: è da questa specifica marcatura odorosa che nascono i prodotti naturali messi in commercio con il fine di migliorare l’ambientazione e la relazione del gatto di casa.

Il gatto rimane con la bocca aperta

Rimanendo nell’ambito degli odori, un comportamento inusuale, presente anche in altri animali come il cavallo, è il flehmen.
Questo consiste in una specie di smorfia che il gatto emette quando deve esplorare una sorgente odorosa: avvicina il naso, apre la bocca, alza il labbro superiore e la lingua è schiacciata dietro gli incisivi superiori dove c’è l’organo di Jacobson. Il tutto viene fatto per esplorare appieno una sostanza odorosa, in genere di natura sessuale, percepita nell’aria.
Leggi di più sul Flehmen.

linguaggio del gatto espressione del flehemen
L’espressione di un gatto durante il Flehmen

Linguaggio dei gatti: morsi

Oltre ai comportamenti affiliativi, ci sono al contrario, quelli aggressivi: un esempio di ciò il gatto che morde.
Nel linguaggio dei gatti i morsi hanno vari significati a seconda del loro contesto.

Indubbiamente, sono l’espressione di un gatto che in quel preciso momento è nervoso, ma bisogna capire il perché.
Generalmente, il maschio morde la femmina sul dorso in prossimità dell’accoppiamento; ma anche la mamma morde dolcemente il cucciolo quando sbaglia e deve correggerlo; durante la caccia è fondamentale il morso per uccidere la preda e, inoltre, viene utilizzato anche come simulazione del gioco preda-predatore.

Tuttavia, quando il nostro gatto di casa ci morde in continuazione va indagato se lo abbiamo erroneamente abituato noi ad interagire mordendoci oppure è un fatto legato ad un azzardato distacco precoce dalla madre che non ha avuto il tempo di insegnare l’inibizione del morso e, se fosse valida questa seconda ipotesi, il gatto dovrebbe anche non avere l’autocontrollo motorio ovvero essere sempre particolarmente agitato/iperattivo.

Linguaggio dei gatti: orecchie

Interessanti sono anche le posizioni delle orecchie che sono per il gatto delle vere e proprie antenne. Il gatto riesce a localizzare i suoni con esse ma anche ne indicano l’emotività del momento.
Difatti, anche le orecchie fanno parte del linguaggio dei gatti. Nello specifico,

  • le orecchie dritte con le punte rivolte in avanti indicano che il gatto è attento;
  • le orecchie dritte con le punte rivolte ai lati indicano che il gatto è nervoso/teso;
  • le orecchie appiattite lateralmente indicano uno stato di difensiva;
  • le orecchie basse appiattite ruotate all’indietro indicano, invece, aggressività dovuta alla paura.
linguaggio dei gatti orecchie e testa
Rappresentazione schematica delle espressioni di un gatto

Linguaggio dei gatti: occhi

Anche gli occhi fanno parte del linguaggio dei gatti. Le pupille del gatto sono molto mobili: si dilatano e si restringono a seconda dell’intensità della luce presente nell’ambiente, ma come le orecchie, sono il riflesso dell’emotività del gatto.
Difatti, le pupille dilatate indicano che c’è qualcosa di piacevole, ma anche quando c’è una possibile minaccia e se associate alle orecchie totalmente appiattite all’indietro ci confermano che il gatto ha paura.

Il gatto spaventato sulla difensiva ha un’enorme dilatazione della pupilla, l’esatto opposto avviene se è dominante, aggressivo, per niente impaurito ovvero si ha la sottile fessura verticale della pupilla che è completamente contratta.

Ma l’attacco può esserci in entrambi i casi anche se con motivazioni diametralmente opposte. Gli occhi tenuti spalancati li ha un gatto in allarme, ma saranno socchiusi se è rilassato, mentre chiusi nel sonno o nella resa assoluta nei confronti dell’aggressore.

Linguaggio del corpo del gatto: i suoi significati

Per quanto riguarda il tronco del gatto, l’immagine più comune che ci viene in mente è il gatto che fa la gobba ovvero quando il gatto alza il pelo e si drizza sulle quattro zampe per apparire più grande, scoraggiare e mettere in fuga il potenziale avversario.
Al contrario, se vuole risultare al suo avversario come sottomesso, si schiaccerà a terra, acquattato su un fianco per farsi più piccolo.

linguaggio del corpo del gatto, la postura del corpo
Le posture di un gatto

Un altro comportamento legato, però, non al movimento del pelo ma al movimento della pelle è il rolling. Questo è tipico dei felini e consiste in un vero e proprio rotolamento della pelle sul dorso a mo’ di onda. Quando lo fa il nostro gatto di casa, questo comportamento molto particolare ha un significato di ricerca di contatto fisico. Mi raccomando non va confuso con la sua degenerazione in patologia comportamentale (rolling skin o iperestesia felina).

Il più comune comportamento legato al busto è lo strusciarsi sui fianchi addosso ad oggetti e/o persone. Questo è un altro comportamento affiliativo che il gatto utilizza per rilasciare marcature olfattive e richiedere un contatto fisico con l’essere umano, molto spesso è anticipato dal rubbing. Fanno ovviamente parte del linguaggio del busto anche i normali comportamenti legati all’attività fisica come il rotolarsi, il saltare e l’arrampicarsi. Questi, se regolarmente esplicati, indicano un generale stato di benessere del gatto.

Linguaggio delle zampe del gatto: i suoi significati

Per quanto riguarda le zampe, esse sono utilizzate principalmente nello scratching, comunemente chiamata graffiatura. Questo movimento oltre alla cura degli artigli, serve a lasciare un segnale territoriale visivo orizzontale e/o verticale a seconda se fatto a terra o in piedi su due zampe.

Questa azione spesso non è gradita dal proprietario perché rovina oggetti e/o mobili quali divani, poltrone e tende. Per questo motivo, è bene attrezzare la propria abitazione con graffiatoi di varie altezza e misure. Al contrario, il gatto che impasta è particolarmente gradito dal proprietario.

Il gatto fa la pasta

Quando il gatto è rilassato ed ha instaurato un buon rapporto con il proprio proprietario, spesso quando è in braccio, oltre a fare le fusa, fa la pasta. Questo movimento viene fatto per la prima volta dal gattino, subito dopo la nascita, per stimolare la fuoriuscita del latte dalle ghiandole mammarie della madre. Indubbiamente, è un comportamento affiliativo infantile che viene proiettato sul proprietario come segno di legame affettivo. Leggi di più su quando il gatto fa la pasta.

Linguaggio della coda: i suoi significati

La coda è la parte del corpo del gatto più curiosa. I suoi movimenti sono molto particolari e sono sempre il preludio di quello che prova il gatto e che sta per esternare con il resto del suo corpo.

Il camminare a coda dritta con la punta arrotondata a mo’ di punto interrogativo è il suo tipico saluto ed è da interpretarsi come il nostro comune “Ciao!”. Mentre quando il gatto muove la coda, spostandola in modo netto e deciso a mo’ di frusta ci indica che qualcosa lo sta innervosendo/agitando. Può essere l’inizio di un attacco ma anche di un gioco e va, quindi, osservato tutto il resto del corpo per darne la giusta chiave di lettura.

Descrivendo già questi due soli comportamenti legati alla coda, troviamo il loro significato diametralmente opposto a quello del cane: ecco perché spesso si creano incomprensione tra cane e gatto! Leggi anche: Linguaggio della coda del gatto

Dopo aver descritto il linguaggio corporale, passiamo ora a descrivere il linguaggio vocale del gatto.

Linguaggio gatti: miagolio e vocalizzazioni

Discorso a parte deve essere fatto per le vocalizzazioni che sono rivolte, invece, ad un contatto reciproco diretto. Ne esistono di vari tipi a seconda di come è posta la bocca.

Se la bocca è chiusa si hanno le fusa e il trillo. Le fusa sono una caratteristica specifica dei felini: anche la tigre ed il leone fanno le fusa!. Questo particolare rumore è dovuto dal movimento della glottide. Tuttora è ancora molto ricercata la sua origine e i suoi vari significati. Certamente mamma gatta dopo il parto, nella fase di allattamento dei cuccioli, produce le fusa.

Ma in molti altri contesti si possono sentire: ad esempio, quando il gatto si sta per addormentare, oppure mentre si struscia o rotola, talvolta quando si toletta. Il gatto di casa emette le fusa soprattutto quando ha un contatto fisico con il proprio proprietario, in particolare quando lo ha in braccio.

Ma il gatto, talvolta, fa le fusa anche al veterinario durante la visita di controllo oppure fa le fusa da solo e questo ha indubbiamente un significato autorassicurante. Il trillo, invece, è un suono meno profondo delle fusa ma più acuto e ha sempre un significato amichevole quale la richiesta di un contatto fisico. Indubbiamente sia le fusa che il trillo hanno significato positivo e danno il via ad un corretto approccio (comportamento affiliativo).

Se la bocca da aperta viene chiusa si ha il miagolio. Del cosiddetto “Miao” sono stati riconosciuti addirittura trentuno tipi diversi. Il miagolio è la principale vocalizzazione utilizzata dal gatto per comunicare. In natura, il gatto che vive libero miagola molto meno rispetto ad un gatto che vive in casa con l’essere umano.

Questo è dovuto al fatto che, con il corso del tempo, il gatto ha imparato a strumentalizzare il miagolio per comunicare ed interagire attivamente con noi. Difatti, non è raro sentire proprietari che definiscono il proprio gatto un gatto che parla.
Generalmente il “Miao” è considerato un saluto tra gatti, ma quando la comunicazione diventa interspecifica ovvero rivolta all’essere umano, viene utilizzato per numerosi tipi di richieste di attenzione, ad esempio “voglio l’acqua, voglio mangiare, voglio uscire in balcone” ecc.

Il gatto che miagola vuole esternare, quindi, una sua richiesta di un bisogno più o meno impellente. Il corretto significato del miagolio del gatto è da leggersi, però, nel contesto: difatti, lo stesso gatto miagola in modo diverso a seconda della situazione e di ciò che vuole. Leggi anche: Miagolio del gatto e i suoi significati

Se la bocca rimane fissa si ha il soffio e lo strillo in un contesto difensivo o di dolore, il ringhio e l’ululato in un contesto aggressivo. Se, ad esempio, inavvertitamente pestiamo la sua coda, il gatto emetterà lo strillo. Se, invece, porteremo a casa un nuovo gatto, probabilmente la sua immediata reazione sarà il soffio. Se dovesse esserci l’incontro con un rivale dovremmo sentire il ringhio o addirittura l’ululato.

Nello specifico, il gatto che soffia, se associa anche il gesto estremo dello sputo, ha un significato di richiesta di allontanamento immediato ovvero di aumentare la distanza corporale per evitare uno scontro. Sicuramente, quando un gatto mette in atto una di queste quattro vocalizzazioni è bene stare in allerta perché il gatto è particolarmente nervoso, sia se per dolore, che per paura o per aggressività, è pronto a difendersi e quindi attaccare.
Leggi anche: Gatto che soffia, perché e cosa fare

E tu hai un gatto molto comunicativo? Sai interpretare il suo linguaggio? Come si esprime maggiormente, con il miagolio o con il linguaggio del corpo? Scrivilo nei commenti!

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2 commenti
  1. anna
    anna dice:

    La mia gatta mi guarda e mentre miagola sbadiglia. lo fa abbastanza spesso. So cosa significa quando è il cane che mentre ti guarda sbadiglia, ma il gatto ci aggiunge anche un miagolio che va morendo durante lo sbadiglio e non ho ancora capito che vuol dire… Qualcuno lo sa?

    Rispondi

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