gatto Scheggia e la FELV

Questa è la storia di Scheggia, e della lotta mia e sua contro la FELV, la cosiddetta leucemia felina.
Lotta che inizia con un veterinario che minimizza, ma io che insisto per amore del mio gattone.
Mi chiamo Federica e voglio dare coraggio a tutti gli umani con i loro gattoni diversamente sani :)

Ecco la mia storia.

Circa cinque anni fa una sera, con mia sorpresa e immensa gioia, trovai un batuffoletto di pelo che cercava casa!
Lo presi con me e capii fin dal primo istante che il nostro sarebbe stato un grande amore.

Il giorno successivo lo portai subito dal veterinario per accertarmi che stesse bene e lui mi disse che non aveva grandi problemi, ma non era stato ben nutrito e pulito quindi passammo il primo mese a riempire a dovere la sua pancia e a pulire le sue piccole orecchie da un’infinità di acari cattivi e fastidiosi.

Il risultato comunque fu ottimo, quando lo riportai al controllo il veterinario mi disse che Scheggia, così si chiama, stava diventando robusto ed era in ottima salute.

In effetti sembrava proprio così, per tutto il suo primo anno di vita non ebbe mai un problema, tranne un raffreddore ricorrente che il suo dottore continuava a collegare agli acari nelle orecchie.

Abitando in un palazzo Scheggia aveva libero accesso ad un bel balcone, ma non scendeva mai, quindi non aveva nessun contatto con altri gatti, niente che potesse farlo ammalare o ferire.

Quando raggiunse il suo primo anno di età, però, dovetti cambiare casa e, nel caos del trasloco, lui riuscì a sgattaiolare fuori.

Lo ripresi quasi subito, ma la peste aveva già fatto in tempo ad azzuffarsi con un altro gatto, rimediando un bel morso sopra l’orecchio destro.
Di corsa lo portai di nuovo dal veterinario che mi spiegò che i morsi di gatto si infettano con estrema facilità, e il suo si era infettato, creando un ascesso che andava operato.

Mi consigliò, visto che doveva andare sotto i ferri, di sterilizzarlo in concomitanza dell’operazione, mi disse che sarebbe stato meglio per lui e io mi fidai.

L’operazione andò benissimo, Scheggia nel giro di qualche giorno si riprese alla perfezione e per qualche mese non ci furono problemi.

Poi una mattina scoprimmo una chiazzetta sul suo pelo, come se gli avessero strappato via un ciuffetto lasciando una ferita, tornammo allo studio del veterinario che diagnosticò una tignetta, così mi disse, niente di grave, state solo attenti a non attaccarvela.

Io ho due figli in casa quindi fui costretta a cambiare alcune abitudini, lo tenevo più spesso fuori al balcone e non lo facevo salire sul letto, avevo comprato una pomatina che mi aveva segnato il veterinario e gliela mettevo sulla ferita ogni volta che dovevo, ma nel giro di qualche giorno mi resi conto che, invece di migliorare, la situazione stava peggiorando.

Le chiazze erano aumentate e noi tornammo ancora allo studio del veterinario, e poi ancora.
E poi ancora.
Ogni volta mi diceva che non era niente, una sola volta gli fece una puntura di antibiotico ma ancora niente.

L’ultima volta che ci andai Scheggia si stava riempendo di chiazze, era dimagrito ed era evidente che non stava affatto bene.
Il suo dottore mi disse che il problema riguardava il pelo e sarebbe passato da solo e non mi diede più nessuna cura, a quel punto io e il mio compagno decidemmo di portarlo immediatamente in un altro studio, e questo gli salvò la vita.

Appena arrivammo la nuova dottoressa visitò Scheggia e gli face un esame del sangue, aspettammo insieme il responso che lei aveva già intuito ed emise la sua sentenza: FELV.

Il mio bel gattone si era ammalato di leucemia felina, la dottoressa mi spiegò il decorso della malattia, mi disse che era in condizioni pietose dovute alla mancanza di una cura tempestiva ma che avremmo comunque provato insieme a recuperarlo.

Comprammo una schiuma disinfettante che serve a medicare le ferite e ce lo pulimmo continuamente; pian piano andò meglio, Scheggia migliorava, credevo che tutto sommato il peggio fosse passato.

Poi una mattina lo trovammo riverso a terra, il suo bel nasino, di solito rosa al punto di farlo assomigliare ad un pagliaccio, era grigio, non alzava neanche la testa.

Lo mettemmo nel trasportino e andammo di corsa dalla veterinaria che lo visitò immediatamente e ci disse che la malattia era arrivata al culmine.

Ricordo di aver pianto tanto già durante il viaggio in macchina perché ero convinta che lo avrebbe soppresso.

E invece no, Scheggia deve la sua vita alla preparazione e alla testardaggine della sua straordinaria veterinaria, che non si arrese e nel giro di pochi minuti lo attaccò ad una flebo con antibiotico, cortisone e un concentrato di vitamine.

Lo tenne ricoverato per tre giorni, ma già la prima sera stava meglio, lei aveva salvato il mio gattone.
Quando lo portammo a casa ci spiegò che andava alimentato con un cibo umido per gatti inappetenti, omogeneizzati di cavallo e tutto quanto potesse fornirgli una forte quantità di vitamine, e poi ci spiegò cosa dovevamo aspettarci.

Ormai Scheggia era un gatto immunodepresso, in quanto FELV positivo, e purtroppo la sua aspettativa di vita non era lunga.

Noi potevamo soltanto curarlo e nutrirlo al meglio, insieme a lei, in modo da rendere la sua breve vita il più possibile dignitosa.

E così abbiamo fatto.

A casa lo nutrimmo in quel modo per qualche giorno, poi la sua indole testarda e una buona dose di fortuna fecero il resto, Scheggia si rimise alla perfezione.

gatto

Ora sono passati quattro anni e lui è un bel gattone che pesa più di sei kg, a volte tornano quelle chiazzette, ma ormai ci trovano pronti, appena ne vediamo una subito utilizziamo la schiuma che ci aveva prescritto la veterinaria.

Un gatto FELV positivo è un gatto che ha bisogno di più attenzioni perché la leucemia felina ha diversi canali di degenerazione, ma io voglio dire che, se anche una cura vera e propria non esiste, esiste la possibilità che il gatto viva bene e a lungo.

Scheggia ha cinque anni, e a vederlo non diresti certo che è ammalato di FELV, eppure lo è, io lo so.

Per questo appena ha un raffreddore dobbiamo portarlo a prendere l’antibiotico, non può avere un compagno di giochi perché si ammalerebbe anche lui ed è viziatissimo, però è un gatto sereno e felice, e si vede.

Mi ripeto spesso che se fosse stato un gatto randagio sarebbe morto tanto tempo fa, e allora tutto sommato è fortunato ad avere una famiglia che se ne prende cura, e noi siamo fortunati ad avere lui, che ci riempe d’amore, come se volesse dimostrare tutta la sua riconoscenza per averlo curato e accudito.

Quello che voglio dire è che, se proprio non possiamo sperare che il nostro gatto viva quindici anni, possiamo fare in modo che ogni giorno che ha lo viva al meglio, con la sua dignità e con tanto amore.
Forse è l’amore l’unica cura contro la FELV.

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6 commenti
  1. Patrizia
    Patrizia dice:

    Buonasera ho letto la sua storia e la mia è molto simile. Vorrei farle tante domande… da pochi giorni ho scoperto la Felv… la mia gattina è stata salvata per un pelo… vorrei un confronto e ascoltare storie di chi è o ci è passato… grazie

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  2. IRENE
    IRENE dice:

    Ciao
    io ho in stallo 2 gatti Fiv che ormai ho adottato e ad Ottobre mi è arrivato questo bel gattone di 5 kg giovane che mangiava come uno squalo. L’ho castrato e testato, è risultato Felv+! Sono disperata da un mesetto non mangia più e sarà la metà del peso, che terapia è stata fatta a scheggia esattamente? Vorrei provarci pure io!

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  3. Lara
    Lara dice:

    Salve anche io ho un gatto felv e mi associo a chi chiedeva informazioni a Federica circa le cure messe in atto con Scheggia e a cosa bisogna andare incontro, per capire quali aspetti tenere sotto controllo. Ho perso da pochi giorni, l’altro gatto felv+ aveva 6 anni ed era in buona salute, ma iniziava a mangiare di meno, portato a visita aveva asma felina e non mangiava, ha perso 1kg in 8 giorni, e anche dopo aver fatto aerosol per 7 giorni, ed essere tornato ad un respiro migliore, continuava a non mangiare, i vetereniri si aspettavo mangiasse ma niente e hanno deciso di ricoverarlo, gli hanno messo il sondino per alimentarlo, fatto fluidoteraoia e terapia farmacologica. Al momento della dimissione era energico e buone le analisi, anche quelle dei valori fel+, nessun problema al fegato, hanno fatto anche eco.
    I dottori dicevano di pazientare che avrebbe mangiato invece ha dormito per 2 giorni e non toccava cibo, ci hanno detto di aspettare iniziasse a mangiare da solo di non stressarlo, lui non si faceva maneggiare, portato all’ultima visita aveva febbre alta e lipidiosi epatica, ci hanno detto che era venuta fuori la felv, aveva avuto un calo di difese immunitarie causate dall’ asma, e si stava spegnendo, nonostante le cure non reagiva più, gli hanno fatto cure di mantenimento ma in accordo con noi non lo abbiamo ricoverato di nuovo. Dopo tre giorni è morto.
    Ho tanti dubbi. Dovevamo metterlo subito in fluidoterapia e alimentazione assistita, dovevamo forzarlo a mangiare dopo il ricovero visto che non mangiava… Non so. Vorrei un confronto con chi ha perso gatti felv in modo così repentino e con analisi buone.

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  4. Dario
    Dario dice:

    Salv, ho letto con molto interesse la vostra esperienza, il mio gattone si è improvvisamente ammalato,
    Dopo vari esami, ecografie, strisce e radiografie alla fine gli è stata diagnosticata una infezione FELV+ , ora siamo disperati, anche perché abbiamo in casa un’altra micia che dovremo far subito testare, ma pensiamo che con tutte le coccole che si fanno tra loro possa già averla infettata.
    L’unica possibilità che pensiamo possa avergli trasmesso il virus è stata una lotta con qualche gatto randagio che gli aveva lasciato un vistoso morso sulla guancia, subito curato con antibiotici, ma senza che il vet avesse previsto una vaccinazione.
    Potete cortesemente farmi sapere cosa state somministrando a Scheggia per farli vivere meglio.
    Grazie anticipatamente.

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  5. Amedeo
    Amedeo dice:

    Salve, ho una gatta di cinque anni scoperta FELV+ da due mesi. sto facendo una terapia di interferone è una dieta con molte vitamine per aiutarla. Al momento è inappetente per cui la forzo un po’. Hai qualche suggerimento da darmi?

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