perche il gatto scappa

Nonostante passino la giornata a sonnecchiare negli angoli più improbabili della casa e appaiano tranquilli e rilassati, i gatti hanno un’indole nomade che li porta a spostarsi da un posto all’altro, soprattutto nelle ore notturne.

Non è raro che i nostri amici a quattro zampe, pur avendo tra le mura domestiche tutte le comodità ed il cibo di cui hanno bisogno, finiscano per trascorrere lontani da casa alcuni giorni di seguito facendoci preoccupare. Nei casi più estremi, può anche succedere che si perdano o decidano di stabilirsi altrove e che non facciano più ritorno. Perché il gatto scappa? Porsi questa domanda quando si possiede un animale è lecito e le motivazioni che muovono l’istinto dei felini possono essere molteplici.

I motivi per cui i gatti si allontanano da casa

Come per molte altre razze animali, sono soprattutto i maschi a sentire il desiderio di fuga, in special modo legato all’istinto di riproduzione e alla presenza di esemplari femminili nei paraggi: nel periodo del calore, infatti, possono rimanere in un luogo anche per giorni o settimane, nutrendosi saltuariamente e litigando con altri esemplari per aggiudicarsi un dato territorio ed avvicinare le femmine per cercare di riprodursi.

Un’altra causa potrebbe spesso essere collegata alla spinta verso l’esplorazione di territori nuovi, che vadano ad allargare il raggio d’azione del gatto. Se l’animale rimane a lungo nello stesso luogo, infatti, si annoia e si spinge oltre a ciò che conosce, per arrivare a posti inediti in cui cacciare, giocare oppure riposarsi.

Infine, è bene ricordare che il gatto è un animale molto sensibile ed abitudinario: ogni piccolo cambiamento, infatti, lo destabilizza e lo porta a cercare riparo alternativo lontano da casa. Vedendo una persona adulta oppure un bambino che non conosce, assistendo all’arrivo di un altro animale domestico, o ancora, dovendosi trasferire in un’altra casa, potrebbe comportarsi in una maniera strana oppure a recarsi altrove anche in maniera definitiva. Non è raro che un gatto torni a ciò che conosce, oppure che scruti da lontano un territorio che non gli è famigliare cercando dei punti di riferimento.

Come ritrovare il proprio gatto quando scappa?

Per aiutare il gatto a sentirsi sempre meglio a casa è bene aiutarlo e stargli vicino in caso di cambiamenti rilevanti delle sue abitudini, ad esempio quando ci si sposta in un’altra abitazione, oppure se si decide di adottare un altro gatto, un cane o un altro animale con il quale lui non è cresciuto. Anche proporgli giochi nuovi ed intrattenerlo affettuosamente in modo che non si annoi è utile a stimolarlo e a convincerlo a rimanere a casa il più a lungo possibile. Inoltre, gli specialisti consigliano la sterilizzazione anche per gli esemplari maschili, che però non eliminerà del tutto il loro desiderio di fuga.

Detto ciò, esiste anche un modo sicuro per assicurarsi che il gatto non superi un certo perimetro e per essere avvisati nel caso in cui questa eventualità si verifichi, essendo sempre aggiornati sulla sua posizione esatta: si tratta dei GPS per gatti, ovvero di dispositivi appositamente studiati per essere appesi al collo dell’animale in maniera minimamente invasiva e senza impedirne i movimenti, che facciano in modo che tutti i loro spostamenti vengano registrati e siano rintracciabili in tempo reale ed in ogni momento. E’ anche possibile tracciare un recinto virtuale di riferimento, ovvero un’area all’interno della quale il gatto si muove con familiarità e che non dovrebbe in nessun momento abbandonare.

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3 commenti
  1. Franz
    Franz dice:

    La mia speciale Kikka

    Era dicembre 2004 ed un amico mi parlava di una piccola micina di pochi mesi, trovata dentro ad un cassonetto dell’immondizia, abbandonata, impaurita, malnutrita e con un eczema sul musetto; lui non poteva tenerla e mi chiese se potevo adottarla io. In quel periodo, avevo già un gatto maschio di 10 anni, chiamato Kikko, ma questa è un’altra storia. Ho sempre avuto un gatto fin dall’età di 6 anni, ora ne ho 47: quando un gatto mi abbandonava per morte naturale o altro, ne riadottavo subito uno. Avevo conosciuto fin da piccolo l’amore, la gioia, il divertimento, la correttezza, la fedeltà, la sincerità, la compassione e purtroppo anche la sofferenza che un piccolo animale come il gatto, insegnava al suo Amico umano. Ma non avevo mai adottato una gattina! Non ci pensai tanto ed io e mia sorella decidemmo di adottarla, facendola sterilizzare e chiamandola Kikka. Forse per i maltrattamenti subiti, essendo stata anche gettata malamente nel cassonetto, l’avevo trovata emotivamente traumatizzata; non si voleva fare accarezzare ed inizialmente faceva fatica anche ad accettare il cibo che gli offrivo. Poi con il passare dei mesi, iniziò a mangiare normalmente, l’eczema era sparito ed era ritornata veramente in forma. Rispetto a tutti gli altri gatti maschi che ho avuto, lei aveva un carattere più selvatico ed era molto più restia a dare confidenza e a farsi accarezzare…eppure io già gli volevo un bene dell’anima! Con il passare degli anni, gli piaceva dormire spesso ai piedi del letto di mio padre, insieme a lui. Poi sempre verso mezzanotte, la lasciavo uscire fuori per fare tutti i suoi bisogni e i soliti controlli sul suo territorio di casa. Invece io nel pomeriggio ero abituato a fare uno spuntino; lei lo aveva imparato ed era sempre lì ad aspettarmi per farlo anche lei, puntuale come un orologio svizzero; “un po’ di coccole e poi spuntino” era diventato il nostro rito. Ha sempre difeso il suo territorio da altri gatti ed a volte li cacciavamo insieme, chiaramente senza recare loro dei danni; li facevamo solo scappare dal nostro territorio! Ricordo che era una cacciatrice incredibile a prendere piccoli topi, per poi solo giocarci, in quanto il cibo non gli mancava mai. Una volta la vidi fare un salto pazzesco per prendere un uccellino che cercai subito di liberare. Altre volte arrampicate incredibili fino ad arrivare in cima ad un albero e rimanere lì per mezzora, ranicchiata su di un ramo, controllando dall’alto il suo territorio. Con il passare del tempo diventò la protettrice della casa, proprio come gli antichi Egizi consideravano questi Felini: sacri e protettori. Mi alzavo alla mattina per andare al lavoro e lei era lì, si faceva accarezzare e poi io scappavo a lavorare. E quando tornavo dal lavoro?…lei era sempre li ad aspettarmi, una carezza…poi a mangiare insieme. Insomma lei era sempre presente ed anche una sola carezza mi metteva subito di buon umore!….. Purtroppo, quando Kikka ebbe 10 anni, venni assalito dalla disperazione: Kikka era stata investita accidentalmente da un’auto, proprio davanti casa: fù una tragedia, non muoveva più le zampe posteriori e sembrava avere la colonna vertebrale spezzata; credevo di perderla per sempre! Ho subito provveduto a fornirgli tutte le cure possibili…per fortuna riusciva a mangiare e bere, anche se praticamente non riusciva più a camminare. Non gli ho fatto mai mancare niente e dopo mesi di cure, finalmente l’ho rivista in piedi sulle sue quattro zampe: la vertebra rotta in qualche modo si era ricalcificata. Il tempo trascorreva e successivamente la rividi correre velocissima e completamente in forma; fù una emozione incredibile, era totalmente guarita! Ricordo che dal giorno dell’incidente, appena vedeva arrivare un’automobile si allontanava: aveva imparato il pericolo e non si era più azzardata ad avvicinarsi ad una macchina. Kikka in tutti i suoi anni di vita era abituata a mangiare molto meno, dalla primavera alla fine dell’estate: le prime volte mi preoccupavo seriamente vedendola dimagrire vistosamente, ma poi capii che quello era il suo stile di vita, utile anche per smaltire tutte le tossine accumulate durante l’inverno. Finita l’estate, riprendeva a mangiare normalmente; ogni anno aveva questo sano stile di vita che è continuato felicemente, senza nessun altro tipo di problema fino all’età di 15 anni. Alle porte dell’estate 2019, con i bruschi cambiamenti climatici in atto, in cui anche noi umani avvertiamo senso di malessere, kikka come al solito aveva iniziato a mangiare poco, ma non mostrava nessun segnale di malattia, anzi era la solita routine…quando da un giorno all’altro la trovo stanca, faticava ad alzarsi in piedi, non mangiava e non beveva. Mi allarmai subito ed ancora una volta gli fornii tutte le cure necessarie, anche se il destino questa volta l’aveva ormai portata ad affrontare una malattia incurabile. Nonostante tutto, forse per il suo carattere selvatico, quando riuscì a trovare un pò di forze volle uscire fuori all’aperto, come le piaceva fare da sempre…non potevo e non volevo negarglielo…pensavo che rientrasse in casa, viste le sue condizioni: tutti i gatti che avevo avuto precedentemente, quando manifestavano qualche segnale di malattia lo avevano fatto, ma loro erano diversi, erano più domestici, uscivano meno all’aperto e gli piaceva più rimanere intorno a casa… ma alla sera lei non rientrò…l’avevo cercata ovunque invano, era come scomparsa. Io ero disperato e conoscendo molto bene il comportamento dei gatti, credevo fosse arrivata la sua ora e che si fosse allontanata per sempre… ma pregavo che si rifacesse rivedere, volevo salutarla dignitosamente, coccolarla un’ultima volta, parlandoci, ringraziandola di tutti gli anni vissuti insieme…lo volevo con tutto il cuore!… Ma per tutta la notte e la mattina successiva non si fece vedere…pensavo che fosse ormai morta nascosta chissà dove. Io avevo un magone nello stomaco che mi straziava l’anima, quando verso mezzogiorno ricomparve improvvisamente…aveva percorso due rampe di scale da sola e me la trovai davanti alla porta d’ingresso! Solo lei poteva conoscere quella fatica immane, fatta per ritornare a casa da sola e in quelle condizioni; posso solo spiegarlo come una specie di telepatia, un forte legame che aveva stretto con me, forse anche lei aveva bisogno dell’ultimo saluto, delle ultime coccole…non era tornata per mangiare o bere, non voleva essere accudita in casa… è stato come il suo ultimo istinto di voler ritornare per salutare il suo grande Amico per l’ultima volta… non so spiegarlo diversamente, ciò che mi importava era solo che fosse ritornata, ma continuava a non mangiare e a non bere; sembrava non soffrire, ma rimaneva distesa quasi esanime nella sua morbida coperta, non una lamentela di dolore, quindi avevo subito provveduto a curarla nuovamente, ma la sua malattia ormai l’aveva sopraffatta…in realtà aveva sopraffatto anche me, in quanto il tutto è avvenuto nell’arco di due soli giorni. Ma in questo ultimo incontro, mi era stato concesso il dono di potergli trasmettere tutto il bene che ho provato per lei, accarezzandola sulla sua testolina…lei faceva le fusa e vedevo che le piaceva tantissimo…le ho sussurrato alle sue sensibili orecchie le mie parole di amore e riconoscimento per tutti gli anni trascorsi insieme…e lei mi gratificava con le sua fusa, sempre distesa nella sua morbida coperta…insomma è stato un momento in cui ero talmente commosso che piangevo e non mi vergogno tutt’ora di scriverlo! Erano sentimenti puri e incondizionati! Era un legame speciale!…e ormai credevo di vederla morire tra le mie coccole. Invece, dopo circa un’ora riprese un po’ di forze e ancora una volta il suo unico desiderio era quello di uscire fuori, non voleva rimanere in casa: era come se fosse tornata solo per donarmi l’ultimo saluto, prima di fare il suo ultimo viaggio. Voleva ritornare all’aria aperta e come era solito fare si era seduta davanti alla porta di ingresso perchè voleva che l’aprissi per poi farla uscire. Io l’ho sempre rispettata fino alla fine dei suoi giorni e non l’ho mai costretta a fare ciò che non voleva…ma sapevo benissimo che se avessi aperto quella porta, non l’avrei più rivista…purtroppo così è stato! Dal 6 Maggio 2019 è scomparsa per sempre, non riesco tutt’ora a trovare il suo piccolo corpicino nascosto che vorrei ritrovare per seppellire nel mio giardino, insieme ad altri miei mici. Sono trascorsi sei giorni e il dolore è ancora grande, ho un magone nello stomaco, sento la sua mancanza, mi mancano le sue fusa, le carezze che gli facevo e nella mia mente scorrono tutti i suoi ricordi. Non mi era mai capitato un distacco così forte e frustrante; l’unico appiglio al quale appoggiarmi è quello di avere avuto in dono una seconda possibilità per dirle addio e coccolarla un’ultima volta!
    Un dono che avevo richiesto con tutto il cuore, pregando e supplicando che mi fosse concesso e che purtroppo non capita a tutti. Sono consapevole che solo il tempo mi aiuterà a superare questa incredibile storia vissuta con la mia speciale Kikka e sarà impossibile dimenticarla.
    Così mi piace ricordarti.
    Ciao Kikka, è un addio per la vita terrena, ma un arrivederci per la vita eterna!

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  2. Stefania
    Stefania dice:

    Salve a tutti, due sere fa mi è scappata la gatta di 11 mesi dalla finestra, non era mai uscita e stava iniziando il calore..non riesco a darmi pace, era la mia bimba, era super viziata come a potuto andarsene così? Ho messo dei volantini e mi hanno detto di averla vista ieri sera vicino a casa, circondata da 3 gatti grossi, hanno provato a prenderla ed 3 scappata dentro al giardino di un condominio con i 3 gatti che la inseguivano.. stamattina presto ho chiesto ai proprietari di casa di poter entrare per cercarla ma nulla, si 3 volatilizzata..inizio a pensare non ci voglia piu ma io al pensiero di non averla più nel letto con me, di non sentire più i suoi bacini e non vedere più che mi cerca come fossi la sua mamma mi fa straziare il cuore..possibile che se ne sia andata cos!?

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  3. massimiliano
    massimiliano dice:

    io volevo chiedere ma viviamo in un era tecnologica ma non e stato ancora inventato un localizzatore per gatti da mettere sotto pelle da vedere con l applicazione sullo smartphone con la mappa si trova subito ,ce il collare localizzatore ma chi trova il gatto lo puo togliere e allora non serve piu di tanto io al mio gatto non ci avevo pensato di metterci il collare e l ho perso mi porto questo rimorso dentro ,quello che voglio far capire che il collare va benissimo ma si puo migliorare secondo me grazie

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