volevo un cane

Mi è arrivata questa bellissima storia via e-mail, e la voglio condividere con voi, non solo perché è scritta bene, ma anche perché è una di quelle storie che ci ricorda perché i gatti ci conquistano.
Enzo voleva un cane, non aveva mai nemmeno pensato di volere un gatto, non conosceva il “mondo gatto”, ed ecco invece come è andata…la parola ad Enzo

Oggi attira molto dire che: “È tratto da una storia Vera”.
Il mio avere scoperto il mondo gatto, affonda le radici circa sette anni fa. Fu per caso. Anche se oggi, ripensando a quel giorno, credo che sia stata più una coincidenza: meglio dire un incontro con il destino. Non credo nella predestinazione, penso però che ci siano coincidenze, che davvero invitano alla riflessione. Come se “doveva succedere”, non fosse un’alternativa al nulla. Quel “semaforo rosso” ha ritardato tutta una serie di eventi, ed ecco che non caschi nel determinismo di un fato, a volte poco fausto, o infausto.

Ritorno a quel giorno. Era autunno, l’aria un po’ frizzante. A casa dissi solo: “Esco per andare ad adottare un cane”. Sì, non ho sbagliato a scrivere. Il mio intento era proprio quello. Molti pensieri scritti sulla bontà canina. Sulla loro fedeltà. Sul loro essere i migliori amici dell’uomo, e della donna.

Così, quel giorno, presi la macchina e mi recai al canile. Lì ci fu una sorpresa. Suonai il campanello, perché la porta era chiusa. Così, dopo poco, arrivò un signore che mi disse: “Guardi, questo è un canile privato, alleviamo cani non per le adozioni. Mi dispiace. Però, se vuole, a 500 metri da qui, c’è un gattile. È molto frequentato. Mi dispiace, ma non posso aiutarla per l’adozione del cane. Può cercare altri canili “.

Così, impietrito e incredulo, preso da un forte senso di rabbia e indignazione, mi rimisi in macchina. Non volevo crederci. Mi fu detto di andare a far visita ad un gattile. E sì che mai, prima di quel giorno, pensai al mondo gatto. In me, l’idea del gatto, era la più comune di tutte: il gatto si affeziona alla casa e non alle persone. Bene. Non so perché. Forse mosso dalla curiosità. Decisi — così — di far visita al gattile.

Parcheggiai l’auto, scesi e subito un gatto si avvicinò. Si strusciò sulle mie gambe. Ricordo gli alberi, prima di raggiungere il gattile, presenti ai due lati della strada, a creare una sorta di passaggio preordinato. Solo dopo mi fu detto che il gattile sorge in un’oasi protetta. Entrai, e restai sbalordito dal vedere i gatti, tutti ordinati e perfettamente padroni dello spazio a loro concesso.

Quattro i settori. 130 gatti in tutto. Da quelli appena nati fino a quelli di vent’anni, e uno di ventidue. Quel pomeriggio sperimentai qualcosa che non succedeva da tempo. Sentivo, in modo intimo e intimistico, di essere pervaso da un senso di pace, che difficilmente sperimento in presenza degli esseri umani. Sì, il gatto è Yin. E io decisamente Yang.

Un istinto mi colse. Quello di prenderli in braccio. Capii subito che non tutti gradivano le mie attenzioni. Quella in particolare di prenderli in braccio, come fossero neonati. Capii anche che la Natura Gatto, sceglie, proprio come succede fra esseri umani. C’è da dire che il mondo Gatto parte avvantaggiato. In lui, la capacità di relazionarsi con l’essere umano, è oltre le tecniche di comunicazione, che spesso, fra esseri umani, risultano essere fallimentari.

Volevo un cane e sono finito in gattile

Quello fu un pomeriggio dove, non solo feci la conoscenza dei gatti, ma lasciai, al tempo, di dettare il come e il cosa. Così non solo mi innamorai di una gattina anziana e di un gatto sordo, ma vidi, per la prima volta, che tutti i Gatti, tutti i 130 gatti presenti, non solo furono da me accettati; ma, per la prima volta, compresi il concetto di “amore universale”. Per chi legge, Tutto questo può sembrare sensazionalistico ed esagerato. Ma è così. Ho superato gli “anta”, e la Natura, gli animali in genere, non erano mai stati in cima al mio bagaglio interiore. Sì, l’amore per i cani è stata la molla. Il motivo di quella uscita. Avevo già in mente il cane: taglia media e a pelo corto.

Quel pomeriggio i Gatti hanno rapito il mio Cuore, e non me lo hanno più riconsegnato. Veramente sono io che non ho fatto niente per riprendermelo. Anzi. Rafforzai “quella prigionia”, che mi diede il là, per avere una scusa per ritornarci. E fu così che quell’amore si rafforzò. E divenne un trasporto genuino. Verso Tutti i gatti, noncurante del colore e della razza. Parliamo del gatto europeo come se non fosse di razza. E invece lo è.

Questo scoprii nelle mie lunghe chiacchierate con i volontari del gattile. Non so spiegarmi cosa mosse l’alchimia quel giorno, e come si alimentò. E perché lo fece. So solo che il trasporto per i Gatti è molto più di un’infatuazione. I Gatti mi hanno capito subito e hanno fatto breccia nel mio Cuore. Le mie resistenze interne le hanno subito viste e sono stati capaci di sgretolarle; così, lasciando che i “muri eretti”, venissero giù, spontaneamente.

Non ho smesso di amare i cani, ma ho imparato ad adorare i Gatti. Forse non succedono le cose solo per coincidenza. Forse il fato è solo una risposta, fra le mille, al perché dell’indicibile. Il libero arbitrio mi ha fatto deviare verso il gattile. Oggi li amo più che mai. E, c’è da dirlo: hanno fatto tutto loro. Io ho solo permesso che quel pomeriggio lasciassi fare agli avvenimenti in successione.

Tutto ha superato le mie aspettative. I Gatti sono un mistero che supera ogni possibilità di controllo sul futuro: loro sono il verbo Amare, sempre all’infinito, e sempre capaci di stupire e affascinare per: eleganza; regalità; bontà; sagacia; bellezza e perfezione agli occhi del Cuore.
Enzo Vinci

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