Gatto di Alice nel paese delle meraviglie: chi è lo Stregatto?
Chi è il gatto di Alice nel paese delle meraviglie? Di sicuro sarai rimasto colpito da questa figura misteriosa e strana che è lo Stregatto, ormai entrato nel nostro immaginario collettivo con il sorriso sornione e le sue parole misteriose.
Ma da dove ha preso ispirazione Lewis Carroll per questo personaggio della sua favola di Alice? Lo Stregatto ha un significato allegorico o nascosto? Perché sorride sempre? Cerchiamo di scoprirlo in questo articolo.
Mi affascina molto il folklore e le origini delle ispirazioni nelle fiabe, e la figura dello Stregatto offre tantissimi spunti per capire la cultura celtica, ma anche le leggende che circondano il gatto, associato in questo cado al gatto del Cheshire, che vedremo nel corso dell’articolo cos’è.
In questo affascinante racconto incontreremo anche l’italiano Gatto Mammone, che approfondiremo in un altro articolo e soprattutto vedremo come Lewis Carrol abbia preso ispirazione per l’invenzione dello Stregatto dalle opere d’arte che lo circondavano e dalla cultura della sua regione di origine, il Cheshire, appunto.
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Lo Stregatto nel libro di Alice nel paese delle meraviglie
Lo Stregatto è uno dei personaggi della favola Le avventure Alice nel paese delle meraviglie, scritta nel 1865 da Lewis Carroll , che è lo pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, scrittore britannico, che nel 1871 scrisse anche “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”.
Nel testo originale lo Stregatto in inglese si chiama “Cheshire Cat”, ma viene tradotto come Stregatto in Alice in Wonderland della Disney del 1951, ma anche come Ghignagatto o Gatto Cesare in altre traduzioni, come vedremo successivamente.
Lo Stregatto appare nella favola di Alice per la prima volta nel capitolo VI, dove si trova a casa della Duchessa, con la Cuoca e il Bambino, ma in questo frangente rimane semplicemente li a sorridere, anche se comunque è cosa abbastanza insolita per un gatto (avete mai visto un gatto sorridere come lo Stregatto?)
“Please would you tell me,” said Alice, a little timidly, for she was not quite sure whether it was good manners for her to speak first, “why your cat grins like that?”
“It’s a Cheshire cat,” said the Duchess, “and that’s why. Pig!”
Alla fine del VI capitolo ritroviamo lo Stregatto appollaiato su un ramo nel bosco, dove sta passando Alice, con cui ha un dialogo affascinante e misterioso, che vedremo più avanti in questo articolo.
Successivamente ritroviamo lo Stregatto nel VIII capitolo, presente solo con la sua testa che fluttua, sul campo da croquet della Regina, per poi scomparire.
Lo Stregatto in Alice in Wonderland, il film
Come dicevamo, lo Stregatto appare già nel romanzo “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll , dove Alice si rivolge a lui con l’appellativo “Gatto del Cheshire” (Cheshire Cat).
Nella traduzione italiana della favola a cura di Silvio Spaventa Filippi, del 1913, viene chiamato Ghignagatto, mentre in altre traduzioni italiane viene chiamato “Gatto Cesare“, a causa della assonanza con “Gatto del Cheshire”.
Appare poi nel 1951 nel film Disney “Alice in Wonderland“, famosissimo per il suo largo sorriso, ed in numerose trasposizioni letterarie, cinematografiche, fumettistiche, fino ad arrivare al famoso “Alice in Wonderland” del 2010 diretto da Tim Burton, dove si chiama ancora Stregatto.
Nel 1999 lo Stregatto è interpretato da Whoopi Goldberg nel film Alice nel paese delle meraviglie, inserendo il viso dell’attrice nel corpo di un gatto.
Lo Stregatto è onnipresente, dunque, e contribuisce non poco all’alone di mistero della favola di Alice, anche se nel film Disney viene eliminata la sua apparizione a casa della Duchessa, puntando l’attenzione alla sua apparizione nel bosco.
- Carroll, Lewis (Autore)
Il Gatto del Cheshire
Ma che cos’è il gatto del Cheshire e perché Lewis Carroll chiama così lo Stregatto?
Ai tempi di Carroll era comune il detto “Sorridere come un gatto del Cheshire” (To grin like a cheshire cat), ma le origini e il significato di questo modo di dire sono molto incerte.
Il Cheshire è una contea dell’Inghilterra del Nord-Ovest, con capitale la città di Chester, dove si produce anche il noto formaggio Cheshire. In queste zone, come anche in Scozia, fa parte del folklore la figura del Cat Sith o del Cat Sidhe, un gatto enorme e spaventoso legato al mondo degli spiriti che poteva rubare l’anima alle persone appena morte. Ne ho parlato anche nell’articolo che riguarda i gatti neri e Halloween.
Il gatto era inoltre il simbolo di una antica tribù celtica, i Cornovii del Cheshire e dello Staffordshire, detti anche “people of the cat” (popolo dei gatti)
Il Gatto del Cheshire non è una razza dunque, ma un gatto leggendario che appare nei racconti popolari antichi inglesi.
In Italia il suo corrispondente letterario potrebbe essere il Gatto Mammone, un gatto leggendario demoniaco che spaventava le mandrie al pascolo con il suo aspetto terrificante e demoniaco. “Mammona” in antica lingua aramaica è un termine associato al demonio, e “gattomammone” indicava nei testi antichi un tipo di scimmia aggressiva mescolata ad un animale misterioso.
Carroll, per descrivere le fattezze del suo Stregatto può aver preso ispirazione da rappresentazioni presenti nei luoghi dove ha vissuto, forse ad un intaglio sulla facciata della torre della chiesa di San Wilfrid, nel villaggio di Grappenhall Warrington, nel Cheshire, dove nacque.
Nelle immagini qui sopra, tratte dal sito Carrolpedia.it, si possono vedere le sculture che può aver visto Lewis Carrol nel corso della sua vita, un gargoyle nella chiesa St. Nicolas di Cranleigh, un intaglio all’esterno della chiesa St. Wilfrid di Grappenhall Warrington, un gargoyle nella chiesa St. Peter di Croft-on-tees
Stregatto: le frasi
Le frasi più famose dello Stregatto di Alice sono quelle che pronuncia nella scena in cui è sull’albero, ed Alice passa nel bosco e lo vede, chiedendogli indicazioni sulla via da prendere. Le frasi dello Stregatto suonano emblematiche ma argute:
“Micio del Cheshire, […] potresti dirmi, per favore, quale strada devo prendere per uscire da qui?”
“Tutto dipende da dove vuoi andare,” disse il Gatto.
“Non mi importa molto…” disse Alice.
“Allora non importa quale via sceglierai,” disse il Gatto.
“…basta che arrivi da qualche parte,” aggiunse Alice come spiegazione.
“Oh, di sicuro lo farai,” disse il Gatto, “se solo camminerai abbastanza a lungo.”
Alice sentì che tale affermazione non poteva essere contraddetta, così provò con un’altra domanda: “Che tipo di gente abita da queste parti?”
“In quella direzione,” disse il gatto, agitando la sua zampa destra, “vive un Cappellaio: e in quella direzione,” agitando l’altra zampa, “vive una Lepre Marzolina. Visita quello che preferisci: tanto sono entrambi matti.”
“Ma io non voglio andare in mezzo ai matti,” si lamentò Alice.
“Oh, non hai altra scelta,” disse il Gatto: “qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.”
“Come lo sai che sono matta?” disse Alice.
“Devi esserlo,” disse il Gatto, “altrimenti non saresti venuta qua.”
Alice non pensava che questo bastasse a dimostrarlo; ad ogni modo, andò avanti “E come sai di essere matto?”
“Per iniziare,” disse il Gatto, “un cane non è matto. Concordi?”
“Immagino sia così,” disse Alice.
“Bene, allora,” il Gatto andò avanti, “vedi, un cane ringhia quando è arrabbiato, e scodinzola quando è felice. Io ringhio quando sono felice, e agito la coda quando sono arrabbiato. Quindi sono matto.”
“Io lo chiamo fare le fusa, non ringhiare,” disse Alice.
“Chiamalo come preferisci,” disse il Gatto […]
Non ti sembra il tipico discorso che potrebbe fare un gatto? :) un po’ bizzarro, un po’ misterioso, ma molto veritiero ed arguto.
Per Alice lo Stregatto diventa un po’ un punto di riferimento, dato che capisce la sua arguzia, e anche se lo Stregatto si definisce matto, sembra essere la figura più sensata della favola. Forse Alice si affeziona a lui perché gli ricorda la sua gatta Dinah.
Lo Stregatto di Alice sembra avere una antipatia per la Regina, ma tutto sommato non prende le parti di nessuno nella favola, non aiuta particolarmente Alice, ma certo è che ci fa pensare e fa riflettere anche lei, con le sue frasi argute.
Parla per enigmi e frasi misteriose, ma che se le leggiamo bene contengono la sua saggezza.
Ecco in un video la scena del film Disney dove lo Stregatto ha questo confuso dialogo con Alice:
Lo Stregatto quantistico
Il gatto del Cheshire, nella favola di Carroll, ha la capacità di scomparire prima con il corpo, lasciando visibile il suo sorriso, e poi sparire del tutto.
Nella fisica quantistica, il nome di “gatto del Cheshire quantistico” è stato dato come soprannome al più famoso “gatto di Schroedinger”, che è preso a prestito per spiegare alcuni paradossi della meccanica quantistica.
Protagonista di uno studio teorico del 2013, lo Stregatto quantistico si manifesta: il gatto percorre un primo tragitto, mentre il suo sorriso si separa dal corpo per ricongiungersi a lui nella parte finale, si tratta di un esperimento con una tecnica chiamata “interferometria a neutroni.” e per la spiegazione dettagliata ti rimando QUI.
Stregatto: significato
La favola delle Avventure di Alice nel paese delle meraviglie nasconde molteplici significati, tanto da essere quasi una fiaba più per adulti che per bambini.
Dalla caduta di Alice nel buco dell’albero, che può significare la perdita di coscienza che si ha prendendo sonno, e capita spesso di sentirsi cadere, in certi casi, alla fretta del Bianconiglio, con l’ansia degli adulti rispetto al fare mille cose ed essere sempre in ritardo, certo è che lo Stregatto, il gatto di Alice in Wonderland, potrebbe significare proprio il senso della vita, nel suo dialogo con Alice sulla direzione da prendere.
La vita è proprio come la favola di Alice, una scoperta, con avvenimenti che ti cambiano, personaggi che incontri e che ti sembrano pazzi ma hanno una loro logica, e non importa che direzione prendi, se non sai dove vuoi arrivare, e dato che nella vita il futuro è incerto, non possiamo sapere a priori dove arriveremo, l’importante è prendere una via, e camminare!
E tu cosa ne pensi dello Stregatto? E’ una figura che ti affascina? Ti piace la favola di Alice? Scrivimi i tuoi pensieri nei commenti e…se il tuo gatto inizia a sorridere come il Gatto del Cheshire, direi che dobbiamo iniziare a preoccuparci!
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Al di là di riconoscere il lato della scienza quantistica nel discorso del gatto di Cheshire, per certi versi, mi è parso di intravedervi le basi del problema di fondo dell’epistemologia, cioè dell’implicazione e dell’induzione: secondo la teoria della confermabilità, ogni cigno bianco conferma che i corvi sono neri, ossia ogni esempio non in contrasto con la teoria ne conferma una parte. Si tratta del paradosso dei corvi (anche detto paradosso dei corvi neri, paradosso di Hempel o i corvi di Hempel), cioè un paradosso logico sviluppato negli anni ’40 da Carl Gustav Hempel per dimostrare i limiti del procedimento logico induttivo.