Gatto di Pallas o delle steppe o Felis manul: info, foto e video

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gatto di pallas felis manul gatto delle steppe

Diventato famoso per i video e foto che ritraggono il suo muso particolare e il suo pelo folto, e per le notizia di gennaio 2023 che lo documentano sull’Everest, il Gatto di Pallas è detto anche gatto delle steppe, ma il suo nome scientifico, a Felis manul, fu poi cambiato in Otocolobus manul che in greco significa “orribile”.

Ed invece è bellissimo questo felino, che deve il suo nome al naturalista Peter Pallas, che nel 1776 lo descrisse per la prima volta, ipotizzando che fosse un antenato del gatto persiano, a causa del suo folto pelo e per la forma del suo muso, schiacciato ed arrotondato. In realtà non è così, scopriamo dunque le sue origini.

Il gatto di Pallas sull’Everest

È di questi giorni (fine gennaio 2023) la notizia che sono stati documentati scientificamente sull’Everest 2 gatti di Pallas. La notizia è comparsa su Cat news, la rivista di IUCN/SSC Cat Specialist Group, che riunisce 194 tra i maggiori esperti mondiali di felini, scienziati, esperti di fauna selvatica ed ambientalisti di 62 paesi. Il gruppo favorisce la comprensione e conservazione delle 40 specie di gatti viventi selvatici nel mondo.

Ecco quanto riporta l’abstract dello studio:

“Presentiamo il primo rapporto del gatto di Pallas Otocolobus manul nel Nepal orientale, all’interno del Parco Nazionale di Sagarmatha, nella regione del Monte Everest, basato su prove genetiche da campioni di escrementi. Abbiamo raccolto i campioni da due località distanti 6 km a 5.110 e 5.190 m di altitudine. L’analisi del metabarcoding del DNA ha identificato due individui dai campioni raccolti. Le specie di prede identificate nei campioni di scat consistevano in pika Ochotona roylei (in tutti i campioni) e donnola di montagna Mustela altaica (in un campione). La volpe rossa Vulpes vulpes scat è stata identificata dalla stessa posizione del gatto di Pallas, indicando una sovrapposizione nel territorio dei predatori. Questi risultati estendono la gamma del gatto di Pallas nel Nepal orientale e aggiungono una nuova specie all’elenco dei mammiferi conosciuti nel Parco nazionale di Sagarmatha.”

La spedizione scientifica che ha raccolto i campioni da esaminare è avvenuta nel 2019, da parte di National Geographic e Rolex Perpetual Planet, ed è la spedizione scientifica singola più completa sulla montagna della storia.

Dal 7 aprile al 2 maggio 2019, la dott.ssa Tracie Seimon del programma di salute zoologica della Wildlife Conservation Society, con sede presso lo zoo del Bronx, ha co-guidato il team di scienziati sul campo di biologia della Perpetual Planet Everest Expedition che ha raccolto campioni ambientali da due località a 6 km ( 3,7 miglia) di distanza a 5.110 e 5.190 m (16.765 e 17.027 piedi) di altitudine sul livello del mare lungo il Parco Nazionale di Sagarmatha sul fianco meridionale del Monte Everest.

“È fenomenale scoprire prove di questa specie rara e straordinaria in cima al mondo”, ha affermato la dott.ssa Seimon. “Il viaggio di quasi quattro settimane è stato estremamente gratificante non solo per il nostro team, ma anche per la più ampia comunità scientifica. La scoperta del gatto di Pallas sull’Everest illumina la ricca biodiversità di questo remoto ecosistema di alta montagna ed estende l’areale conosciuto di questa specie fino al Nepal orientale».

“Questa è una scoperta unica non solo in termini di scienza ma anche di conservazione poiché questa popolazione di gatto di Pallas è legalmente protetta dalla CITES (la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione)”, ha affermato National Geographic Explorer e co- autore dell’articolo, Dr. Anton Seimon. “Speriamo che la conferma di questa nuova specie carismatica aumenti la consapevolezza e l’educazione sulla diversità delle specie in questo iconico sito del patrimonio mondiale”.

Il numero di turisti che visitano il Parco Nazionale di Sagarmatha e il Monte Everest è aumentato notevolmente, da poche migliaia negli anni ’70 a oltre cinquantamila nel 2019.

La ricerca futura che combina i sondaggi con trappole fotografiche e la raccolta di ulteriori campioni di escrementi aiuterebbe a definire meglio la popolazione, la portata, la densità e la dieta dei gatti di Pallas nel Parco nazionale di Sagarmatha.

Fonte: WCS Wildlife conservation society

Gatto di Pallas: dove vive

Il gatto delle steppe è l’unico rappresentante del genere Otocolobus, ed è un felide che vive nel territorio asiatico, tra Cina, Mongolia ed Himalaya, tanto che è chiamato anche gatto tibetano e vive anche sopra i 5000 metri di altitudine.

Ci sono diverse sottospecie del gatto manul, che sono:

  • Otocolobus manul manul, diffuso in Mongolia, Cina occidentale
  • Otocolobus manul ferruginea, diffuso in Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Afghanistan, Pakistan
  • Otocolobus manul nigripecta, diffuso in Kashmir, Nepal, Tibet

In molte zone dell’Asia è una specie protetta perché era cacciato per la sua folta pelliccia, anche se, da buon gatto, è visto di buon occhio in quanto caccia le specie dannose per i raccolti umani: roditori, serpenti ecc.

Il gatto di Pallas si può ammirare anche in Italia, in particolare nel Parco faunistico “La Torbiera” a sud del lago Maggiore, dove grazie al particolare ambiente della torbiera, circondato da betulle, castagni, e boschi di ontani il gatto delle steppe, oltre ad altri splendidi felini, è riuscito a riprodursi e conservarsi assieme ad altre specie in via di estinzione. Nel parco abbiamo quindi la fortuna di poter osservare e fotografare anche i Gatti di Pallas cuccioli.

Felis Manul: aspetto, peso e dimensioni

Il gatto di Pallas è un gattone dal pelo lungo, un felino dal manto di colore ocra con macchie nere, dal pelo molto folto, la testa ovale e le orecchie piccole poste ai suoi lati. In inverno il colore del suo pelo si attesta verso il grigio, mentre in estate assume le striature ocra.

gatto di pallas

Il gatto delle steppe può arrivare a 60-70 cm di lunghezza, più la coda che può misurare fino a 25 cm. Il corpo è tozzo, le zampe non molto lunghe, ed in particolare rispetto agli altri felini, quando la luce incontra i suoi occhi, la pupilla non diventa la classica linea verticale, ma si riduce ad una piccola sfera.

Il peso del Gatto di Pallas è tra i 6 e i 10 kg, anche se appare più grosso a causa della suo pelo molto folto.

Il carattere

Il gatto Felis manul ha uno sguardo molto particolare, dato dalla forma del muso e dalla posizione delle orecchie, che va dal minaccioso al simpatico. Tu come lo trovi? Più selvatico o più simpatico?

E’ comunque un gatto selvatico, quindi si dedica alla caccia e non è molto amichevole con l’uomo, anche se tollera la sua presenza, spesso nascondendosi. Come tutti i gatti, è attivo all’alba ed al crepuscolo, quando deve andare a caccia, e passa il resto delle ore nascosto in tane e grotte per proteggersi dai predatori.

La durata media della vita del gatto di Pallas non è molto lunga, devono sopportare rigidi inverni e vengono cacciati dalle volpi, dai lupi e dagli uccelli rapaci, da cui non riescono facilmente a fuggire, dato che non sono dei corridori veloci.

Gatto di Pallas domestico?

Spesso viene chiesto se esistono allevamenti di Gatto di Pallas e se si può tenere come animale domestico, ma la risposta è no. Il gatto di Pallas non è domestico, non viene allevato ed esiste solo in natura come gatto selvatico nel suo habitat. Quindi non ha senso chiedere il prezzo del gatto di Pallas, perché non è in vendita, e spero di non vederne mai in vendita o che mi si chieda come si fa a comprare un gatto di Pallas.

Il gatto di Pallas è in tutto e per tutto un animale selvatico che deve essere protetto nel suo habitat di origine, non ha senso creare un allevamento di Felis Manul o commerciarlo, significherebbe snaturare la sua vita naturale. Quindi se vuoi un gatto di Pallas in casa pensaci bene, perché causeresti solo la sua sofferenza.

E’ un bene che il gatto di Pallas, come particolare specie sia stato recuperato nei parchi faunistici, per proteggerlo dalla scomparsa, ma questo non vuol dire che il gatto delle steppe possa diventare un gatto domestico o che sia in vendita.

Attualmente non è in via di estinzione, ma soffre comunque per la riduzione sempre più drastica del suo habitat naturale, i suoi gruppi sono ormai piccoli, viene spesso catturato accidentalmente o volontariamente, a volte in pericolo per attacchi dei cani e le prede a sua disposizione sono scarse.

Fortunatamente esiste anche una specifica associazione, la PICA (International Conservation Alliance) costituita nel 2016 con la collaborazione di Royal Zoological Society of Scotland, Nordens Ark Zoo of Sweden e Snow Leopard Trust con finanziamenti e supporto forniti dalla Fondation Segre, che si occupa conservare la vita del gatto di Pallas, studiarlo e tutelarlo.

In collaborazione con Unite For Literacy e l’IUCN SSC Cat Specialist Group, PICA ha anche sviluppato un libro per bambini “Manul – Little ghost cat” , che è anche audiolibro, rivolto a bambini da 0 a 8 anni di età. Questo libro è stato anche tradotto in diverse lingue. Come sempre l’associazionismo fa tantissimo per la natura e gli animali e dovremmo tutti sostenere queste iniziative, che si occupano di didattica e divulgazione per far conoscere e tutelare questi splendidi animali.

PICA e il parco Faunistico La Torbiera collaborano assieme allo zoo di Hellabrunn e il Tierpark Berlin in un Pallas’s Cat Working Group (PCWG) per condividere conoscenze e aprire nuove porta per l’azione e la ricerca.

Foto del gatto delle steppe

Ecco le foto del gatto di Pallas dove potete ammirare il suo simpatico musetto, la sua mole e l’aspetto del suo corpo. Le foto sono di Claudia Rocchini.

Gatto di Pallas: video

Ci sono numerosi video su YouTube che documentano la vita e l’habitat del gatto di Pallas. Eccone uno in particolare che mi ha fatto innamorare di questo micio stupendo, in cui lo vediamo uscire dalla sua tana tra le rocce assieme al suo cucciolo.

Pallas cat and kitten

Che cosa ne pensi, ti piace il Gatto di Pallas? Certo il sogno sarebbe quello di avvicinare un animale così carino e di fargli tante coccole, ma ti ricordo sempre che è un gatto selvatico, ed io spero vivamente che rimanga in natura oppure nei parchi dove è tutelata la sua vita naturale.

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3 commenti
  1. David Signorotti
    David Signorotti dice:

    è uno scempio che vengano lasciati morire in piena caccia e che non si possano salvare da quella situazione, rendeteli d’allevamento, io sarei disposto a prenderne una marea, basta farli soffrire e basta donazioni a distanza, sono inutili.

    Rispondi

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