Pedigree gatto: quanto costa e a cosa serve

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pedigree gatto

Se stai acquistando un gatto di razza sicuramente verrai a conoscenza che esistono i Pedigree e che i gatti di razza devono averne necessariamente uno. Magari ti sei rivolto ad un allevatore e questi ti ha proposto un grosso sconto su un gatto del suo allevamento se lo acquisti senza pedigree. Ma effettivamente quanto costa un Pedigree per un gatto? E a che cosa serve?

Vediamo qui nel dettaglio che cos’è il Pedigree di un gatto (o Certificato genealogico) e leggendo capirai perché è sconsigliato accettare di acquistare un gatto di razza senza Pedigree e l’allevatore in questo caso potrebbe essere non affidabile o addirittura fraudolento.

L’origine dei gatti di razza

Il concetto di gatto di razza appartiene al campo della Zootecnia, ed è stato l’uomo ad interessarsi nel favorire la riproduzione di gatti con determinate caratteristiche estetiche e di temperamento, dando origine ad un’ampia varietà di razze.

Nel luglio 1871 Harrison William Weir, definito il Padre della Gattofilia, organizzò la prima Esposizione Felina al Crystal Palace di Londra e nel 1887 fondò il National Cat Club. Weir lavorò tantissimo per diffondere la conoscenza e la passione per i gatti, anche con il suo libro “Our Cats and All About Them” in cui troviamo illustrate molte razze ancora oggi esistenti, anche se oggi sono ormai molto differenti da quelle che erano allora.

In Inghilterra e poi nel resto del mondo nacquero così diverse associazioni feline, associazioni di allevatori che gestivano il Libro genealogico (di cui spiegheremo il significato tra poco), lavoravano sugli standard delle razze e promuovevano la conoscenza del gatto.

Le più importanti ad oggi sono la Fifé, la WFT, la TICA e la CFA, di cui abbiamo parlato anche qui.

In Italia la più numerosa associazione di allevatori è ANFI (Associazione Nazionale Felina Italiana), che aderisce a FIFe, nacque nel 1946 a Torino, a seguito della prima expo italiana di gatti nel 1934, con il nome inizialmente di Società Felina Italiana; e poi esistono altre minori associazioni, anch’esse che organizzano Expo e raggruppano allevatori felini.

Il Libro genealogico del Gatto di Razza

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha affidato ad ANFI il compito di gestire il Libro Genealogico del Gatto di Razza ai sensi dell’art. 2 del decreto legislativo del 29 dicembre 1992 n. 529 (leggi il regolamento del Libro Genealogico)

Il Libro genealogico dei Gatti di Razza serve a registrare tutti i gatti di razza, secondo norme specifiche (due o tre generazioni di ascendenti note), che conoscono gli allevatori e le associazioni feline. Il tutto è abbastanza complesso, a noi semplici appassionati basti sapere che ci sono commissioni addette a gestire il libro, tutto è sottoposto a una rigida burocrazia e gli allevatori devono sottostare a queste norme specifiche. Solo i gatti iscritti nel libro genealogico sono definiti Gatti di razza.

Noi comuni appassionati di gatti non lo sappiamo, ma i gatti di razza e tutti gli animali selezionati dall’uomo sono sottoposti a rigide norme e leggi per tutelare il patrimonio zoologico di ogni paese della comunità Europea.

Presso l’Ufficio Centrale del Libro Genealogico dei Gatti di razza è istituito anche il Registro degli Allevatori e dei Proprietari, nel quale sono iscritti:

  1. gli allevatori, cioè i proprietari di una femmina che abbia prodotto almeno una cucciolata iscritta al libro genealogico;
  2. i proprietari di soggetti iscritti al libro genealogico.

Gli allevatori, (il cui nome è chiamato affisso) ed i proprietari iscritti all’apposito registro degli allevatori presso il Libro genealogico sono tenuti a comunicare all’ufficio centrale tutte le inseminazioni, le nascite, gli acquisti, gli affidamenti (hosting), le morti, le cessioni, i furti e gli smarrimenti di soggetti di loro proprietà iscritti al libro genealogico.

Cos’è il Pedigree

Il pedigree o certificato genealogico di ANFI
La copertina del pedigree gatto

Il certificato genealogico, o Pedigree, viene rilasciato all’allevatore o al proprietario che ne faccia richiesta, e viene rilasciato in unica copia o assieme ad un duplicato.

Sul certificato genealogico o Pedigree del gatto vengono registrati l’iscrizione al LOI o al RIEX, che sono due registri che fanno parte del Libro Genealogico dei gatti di razza, il nome dell’allevatore e, progressivamente, i nomi degli eventuali successivi proprietari.

Ma cosa c’è scritto nel Pedigree? In un Certificato Genealogico sono sempre riportati:

  • Nome, Data sesso, razza , colore del mantello e degli occhi del gatto
  • Data di nascita del gatto
  • Numero di registrazione al Libro Genealogico
  • Nome dell’allevatore
  • Nome del proprietario al momento del rilascio del documento
  • Genealogia del gatto in cui ogni progenitore è identificato univocamente

Per curiosità, da dove deriva il termine Pedigree? In origine derivava dal francese “pied de gru”, perché negli alberi genealogici si tracciano delle linee che si diramano poi alla base e ricordano le zampe della gru, con una linea retta verticale e poi in basso le diramazioni.

Come ottenere il Pedigree gatto

Il Pedigree di un gatto si richiede segnalando la nascita all’Ufficio Centrale del Libro Genealogico, scegliendo il nome del gattino e pagando i diritti di registrazione (una somma mai superiore ai 20,00 euro). Per i soggetti di importazione, producendo il pedigree originario e richiedendone la trascrizione al Libro Genealogico ANFI.

La richiesta deve essere fatta da chi in quel momento è il proprietario del gatto, quindi dall’allevatore. Se l’allevatore ti ha venduto il gatto, il passaggio di proprietà deve essere registrato nel Libro Genealogico, in ogni caso l’allevatore avrà già registrato la cucciolata in cui è presente il tuo gatto (se è serio), quindi al massimo dopo 60 giorni dalla nascita il tuo gatto può avere tranquillamente il suo Pedigree.

La regola cambia di poco da una associazione all’altra, ma di norma gli allevatori sono tenuti a denunciare le nascite di nuovi gatti entro 30-60 giorni dalla nascita, e successivamente possono richiedere il Pedigree, ovvero la carta d’identità del gatto.

Alcune razze, per il rilascio del Pedigree, devono essere sottoposte a test genetici per scongiurare malattie a trasmissione genetica, una ulteriore garanzia per i gatti di razza, ovviamente se sono provvisti di Pedigree.

Interno di un Pedigree di un gatto
L’interno di un Pedigree gatto

Quanto costa il Pedigree del gatto

Come scritto poco sopra, il Pedigree di un gatto costa 20-30€, a seconda dell’associazione. Non c’è pertanto alcun motivo di vendere un gatto di razza senza fornire il pedigree con la scusa di uno sconto di 200-300€. Significa che qualcosa non va, che magari l’allevatore ha accoppiato un gatto di razza con uno non di razza, che è un allevatore non registrato e che quindi non sottostà alle regole delle associazioni, che tutelano anche la salute ed il benessere dei gatti.

Nel gergo degli allevatori, queste persone vengono definite “scucciolatori”, persone il cui interesse è solo quello economico, che iniziano ad allevare senza essere iscritti ad alcuna associazione, facendo fare cucciolate continue alle loro gatte e facendo accoppiare gatti di diverse razze.

Spesso chi vende gatti senza Pedigree non effettua i controlli sanitari adeguati, tanto meno i controlli genetici, e potrebbe venderti un gatto non sano e con problemi genetici. E non saprai chi sono i suoi genitori, probabilmente i vaccini non sono stati fatti e nemmeno la sverminazione. Tanto chi controllo l’allevatore?

Che senso ha comprare un gatto di razza senza Pedigree? Ad esempio un gatto persiano senza pedigree, o un gatto certosino senza pedigree? E’ come comprare e pagare centinaia di euro un qualsiasi gatto trovatello. Bello e sano magari, ma di sicuro non di razza. Oltretutto vendere un gatto non di razza (come lo è un gatto senza pedigree) è un illecito amministrativo, come vedremo qui più sotto.

Condizioni di allevamento di un gatto, allevare in modo etico

Il Libro Genealogico dei gatti di razza contiene uno specifico disciplinare ( che ho linkato qui sopra nell’articolo), che indica anche le precise condizioni di allevamento in cui devono trovarsi i gatti.

Facendo visita ad un allevatore, è bene sapere che se notiamo incongruenze o cose che non ci convincono, possiamo affidarci all’associazione ANFI per sapere quali sono i requisiti richiesti per il benessere dei gatti di allevamento.

Ad esempio:

  • gatti adulti e cuccioli devono essere regolarmente vaccinati.
  • I soggetti malati devono ricevere le appropriate cure veterinarie nel minor tempo possibile.
  • Eventuali parassiti devono essere prontamente rimossi o eliminati.
  • L’ambiente in cui vivono i soggetti deve essere tenuto costantemente pulito con particolare riferimento alle lettiere. essere adeguatamente illuminato e avere una temperatura compresa fra i 10 e i 30 gradi Celsius.
  • Devono essere sempre disponibili acqua fresca e cibo nella giusta quantità e qualità.
  • Devono essere lasciati a disposizione posti comodi per il riposo, oggetti per il gioco, spazi per arrampicarsi e per altre attività fisiche.
  • Dovrà essere evitato il sovraffollamento per non generare situazioni di stress che potrebbero accentuare l’aggressività, indurre immunodepressione e conseguentemente incrementare il rischio di malattie.
  • L’allevatore o il proprietario devono avere sempre ben presente l’etogramma del gatto, rispettandone le specifiche esigenze e non rapportarsi con esso come fosse un piccolo cane o un bambino.

Il Disciplinare prevende inoltre, fra l’altro:

  • L’obbligo di riservare alle fattrici partorienti, puerpere e ai neonati spazi specifici ed isolati rispetto ad altri gatti;
  • Per i gatti alloggiati in locali separati dall’abitazione del proprietario, uno spazio minimo di 6 metri quadrati per il primo gatto e spazi superiori per ogni ulteriore animale;
  • Nell’ambito delle superfici di ricovero e soggiorno collocate in esterni devono essere garantite adeguate zone d’ombra e un’area coperta e dotata di un buon drenaggio al fine di garantire la protezione dalle intemperie e dalle precipitazioni;
  • La possibilità di allontanare i cuccioli dalle madri solo dopo le 12 settimane di vita e l’inoculazione di un vaccino almeno trivalente e il relativo primo richiamo;
  • L’obbligo di identificazione con microchip di tutti i riproduttori;
  • Un tetto massimo del numero di cucciolate per singola fattrice in relazione al tempo.

Il Libro Genealogico può, in qualsiasi momento, inviare propri incaricati per verificare che l’attività di un allevatore si consona a quanto disposto e richiesto.

Come si riconosce un pedigree falso

Se sospetti che il tuo allevatore ti abbia fornito un Pedigree falso di un gatto, puoi chiedergli anche i pedigree dei genitori del tuo gatto, li deve avere. Puoi rivolgerti anche ad ANFI e chiedere di verificare la correttezza del tuo Pedigree.

Cosa puoi fare per rivalerti sull’allevatore se scopri che il Pedigree è falso? In Italia è assolutamente vietata la commercializzazione di cuccioli di gatti di razza senza pedigree, pertanto per vendere un gatto di razza l’animale deve essere in possesso di pedigree secondo il d.lgs n. 529, del 30-12-1992. In caso contrario chi vende commette un illecito che può comportare sanzioni con multe salate di diverse migliaia di euro. Se l’allevatore invece ti dice “ti vendo un simil persiano”, allora non commette illecito. Ma che senso ha per voi comprare un “simil qualcosa”? A questo punto rivolgetevi a qualsiasi associazione che salva gattini trovatelli e avrete l’imbarazzo della scelta. Gratis.

Ringrazio Laura Settimo, di ANFI, per la fonte di queste informazioni.

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