Mirtilla e Oliver

Mirtilla e Oliver

Eccomi, eccomi…ci sono anch’io! Sono qui…ehi mi vedete?!

Oh finalmente…sono talmente piccina da passare inosservata, perché io sono una gattina bonsai o nanetta se preferite! Mi chiamo Mirtilla sono una gattina tricolore e ho nove mesi anche se a guardarmi bene ne dimostro appena quattro! Sono nata a Parma in una casa in mezzo alla campagna, eravamo tanti cuccioli perché sia mia mamma che mia zia avevano partorito a distanza di pochi giorni.

Ci tenevano nella lavanderia che avevano adibito ad asilo nido, però chi mi allattava era solo mia zia perché la mia mamma non aveva abbastanza latte per me è per i miei fratellini. Un giorno sono arrivati da molto lontano un signore, una signora è un ragazzino ed è stato proprio lui che vedendomi così piccina rispetto al resto della cucciolata, ha posato la sua mano su di me dicendo che mi avrebbe voluta sempre con lui.

Però la famigliola non mi ha potuto portare subito via con loro perché avevo solo un mese ed ero troppo piccina per allontanarmi dalla mia mamma, quindi loro mi hanno salutato promettendomi che sarebbero tornati dopo un mese per portarmi definitivamente nella loro casa a Genova.

Però c’era qualcosa che non andava, più passavano i giorni è più non mi sentivo bene, mi bruciavano gli occhi e la pancia iniziava a farmi male. In quei lunghi trenta giorni ho pregato che quel ragazzino ritornasse al più preso perché stando in braccio a lui mi sentivo protetta…e finalmente la stessa macchina un pomeriggio di ottobre ha varcato il cancello della casa.

La signora che ci teneva mi è venuta a prendere e mi ha portato subito da loro. La  mia mamma umana quando mi ha visto e’ rimasta senza parole, non ero cresciuta per niente, anzi ero ancora più magra, inoltre avevo una grave infezione agli occhi.

Lei ha guardato il mio papy cercando conforto, mi ha avvolto in una copertina caldissima e mi ha tenuta stretta durante tutto il viaggio. Io piangevo disperata avevo un gran mal di pancia e vedevo tutto annebbiato. Dopo due ore siamo arrivati a casa e ho avvertito subito la presenza di un mio simile anche se non lo vedevo.

La mia Mamy mi ha portato in bagno dove c’era una piccola cuccia con due peluche, una vaschetta con della sabbietta e due ciotole per l’acqua e per la pappa ma io non me la sentivo proprio di mangiare, avevo la febbre e volevo solo stare in braccio a qualcuno perché così sarei riuscita a dormire senza fare brutti sogni. Il giorno dopo la veterinaria ha confermato che ero molto grave, avevo un virus che non fa vivere i cucciolini piccoli come me.

Ma lei insieme alla mia mamma hanno fatto l’impossibile, per una settimana flebo e tante medicine tutti i giorni per più volte al giorno. A casa, in quel bagno non restavo mai sola, tutta la famiglia si alternava per farmi compagnia e coccolarmi sia di giorno che di notte, e poi al di là della porta io lo sentivo quel gattone che mi chiamava e mi faceva coraggio ed io con la mia flebile vocina gli rispondevo per ringraziarlo.

Passata un’altra settimana è superata la fase critica della malattia ho iniziato, poco alla volta, a mangiare e piano piano mi sono sentita più in forza, ma la dottoressa ha detto che dovevo rimanere isolata ancora un po’ onde evitare di contagiare quel gatto che mi parlava da dietro la porta del bagno. Finalmente una mattina la porta si è aperta…ed eccolo li, Oliver, in tutta la sua grandezza; ma io non avevo paura – si vedeva che era buono – allora mi sono messa subito davanti a lui a pancia in su e lui si è presentato leccandomi tutta.

Da allora sono trascorsi tanti mesi, mi sono ripresa bene e sono cresciuta (non molto!). Oliver mi ha insegnato ad usare la lettiera e a lavarmi perché nessuno me lo aveva spiegato, lui è stato per me un vero “mammo” e ci vogliamo veramente un gran bene. Giochiamo tantissimo e facciamo delle corse incredibili per tutta la casa, ma io vado più veloce perché sono leggera come una piuma è così facendo lui non sa che gli faccio un gran bene perché rimane in forma con tutta l’attività fisica che facciamo. Qui tutti mi adorano e mi danno tanti bacini e io ricambio con grandi fusa e testatine.

Ogni tanto i miei genitori umani discutono perché lei vorrebbe salvare tutti i gatti del mondo mentre lui ama molto i gatti di razza (infatti Oliver e’ un bellissimo Certosino) ma nonostante ciò andiamo tutti molto d’accordo, il papy mi adora perché nonostante le sue idee ha il cuore d’oro ed io con la mia dolcezza l’ho proprio conquistato.

Ora mi è parso di capire che è in arrivo un’altra amica pelosetta e quando arriverà vi racconterà lei la sua storia. Oliver ed io, anche se siamo affiatatissimi, faremo del nostro meglio per accoglierla nel migliore dei modi, perché noi siamo una grande famiglia multietnica!

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3 commenti
  1. aura
    aura dice:

    Che storia commovente,anche io ho avuto una gattina che rimase piccola e un mio amico la chiamava la gattina bonsai,era tutta nera con gli occhi verdi e la coda corta con un ricciolo e si chiamava Susy,ora non c’e’ piu’ ma la ricordo con tanto amore.

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