Oli essenziali per gatti e aromaterapia sugli animali

aromaterapia oli essenziali per gatti

L’aromaterapia è una disciplina molto interessante anche applicata agli animali. Per parlare di oli essenziali per gatti e di aromaterapia ho intervistato la dott.ssa veterinaria Isabella Scantamburlo, esperta in questo argomento.

In un video ed articolo di qualche tempo fa vi ho raccontato anche il dialogo che abbiamo avuto sulla Medicina Veterinaria Integrata, in cui ci ha introdotto agli oli essenziali, che in questo articolo e se vuoi nella video intervista, siamo andate ad approfondire.

Ecco qui dunque il video in cui vi parliamo di oli essenziali per gatti in maniera molto approfondita, se invece preferisci leggere il testo, prosegui sotto al video nella lettura.

Aromaterapia e oli essenziali per gatti

Lascio la parola alla dott.ssa Isabella Scantamburlo, di cui riporto il testo del video.

Che cos’è l’aromaterapia?

L’aromaterapia è una cosa meravigliosa, o come lo definisco io, meravigliosamente complicata. L’aromaterapia o medicina aromatica fa parte della fitoterapia, quindi fa parte della medicina tradizionale. Non stiamo parlando di profumi, non stiamo parlando di medicina energetica.

In verità stiamo parlando di pura biochimica. La medicina aromatica si basa sullo studio degli oli essenziali che possono essere utilizzati per la cura, per la prevenzione delle malattie sia dell’uomo che degli animali.

Una cosa che mi preme dire e sottolineare è che la medicina aromatica è una disciplina complementare, cioè la utilizzo insieme ad altre “armi”, come le definisco io, nelle terapie, quindi non è una terapia unica che risolve determinati problemi di tipo clinico e di tipo anche psichico, ma viene utilizzata in sinergia con tutte le armi che abbiamo della medicina integrata.

Cos’è un olio essenziale?

L’olio essenziale è una risorsa importantissima nelle varie terapie. L’olio essenziale innanzitutto è un estratto vegetale, preso da varie parti delle piante quindi può essere il fiore, può essere il seme, la radice e la corteccia ed è un olio volatile quindi proprio vola via, quindi tutti i contenitori hanno una chiusura che potrebbe essere definita da bambino, il vetro è sempre scuro

Gli oli essenziali sono degli estratti vegetali puri, biologici, quasi sempre trasparenti e incolori a parte qualche eccezione, non colorati e sono intensamente profumati, intensamente.

La cosa importante è che l’olio essenziale deve essere puro e biologico e questa è una caratteristica irrinunciabile dell’olio essenziale perché lo respiriamo e lo respirano i nostri animali

Inoltre quello che viene chiamato l’indice terapeutico é basso, cioè il rapporto fra la dose tossica e la dose terapeutica è molto bassa, quindi non è uno strumento maneggevole, vanno conosciuti e vanno utilizzati con cognizione di causa.

Ad esempio la medicina aromatica è sconsigliata nelle persone che hanno una funzionalità epatica che non va bene e alcuni oli essenziali non possono essere utilizzati durante la gravidanza.

Questo lo voglio sottolineare perché quando noi utilizziamo gli oli essenziali soprattutto con un diffusore non li respiriamo e quindi dobbiamo utilizzare un olio essenziale che vada bene per l’animale ma anche per noi, quindi attenzione nella scelta.

Che proprietà hanno gli oli essenziali?

Non è scegliere un profumo ambientale, bisogna farsi consigliare da un esperto perché veramente quando si utilizza l’olio essenziale corretto abbiamo dei grandissimi risultati perché hanno degli effetti magnifici.

L’olio essenziale rappresenta una capacità adattativa della pianta, la natura non fa mai niente a caso. Fa parte di un meccanismo di difesa stesso della pianta per difendersi da virus, batteri, parassiti.

Attira gli insetti impollinatori e questo è sinonimo di vita nella nostra Terra, in più permette proprio al la pianta di chelare i metalli pesanti, di, in qualche modo, assorbire le tossine, permette alla pianta, se danneggiata, di ripararsi e poi l’olio essenziale stessom quando la pianta non può produrre energia tramite la fotosintesim viene utilizzato come nutrimento stesso, quindi una forma di riserva energetica.

Quindi l’olio essenziale in primis è una risposta adattativa della pianta alla vita e all’ambiente e noi

Non stiamo parlando solo dell’uso degli oli essenziali nel gatto ma stiamo parlando della Salute in senso generale: lo utilizziamo perché molti oli essenziali hanno capacità antimicrobiche, quindi contro i batteri, contro i virus contro i parassiti e in un momento storico dove ci siamo ci stiamo lasciando alle spalle, forse, questa pandemia, ecco c’è stato un boom nella conoscenza degli oli essenziali proprio perché in molti si è visto avere una grande capacità viricida, quindi anche nell’ambiente ci ha aiutato in un periodo di grande di grande difficoltà.

Poi hanno tantissime altre funzioni e soprattutto vanno a stimolare o a tranquillizzare il sistema nervoso centrale, quindi lo possiamo utilizzare come energizzanti, ma possiamo anche utilizzare come armonizzanti, come tranquillizzanti

In questo caso sto parlando dell’olio essenziale di lavanda, uno degli oli più usati e anche più gestibili dalle persone.

Faccio un esempio che riguarda poi il nostro lavoro di veterinarie: ci troviamo purtroppo a leggere degli antibiogrammi con grandissime resistenze soprattutto verso pseudomonas aeruginosa. Gli antibiogrammi servono per testare gli antibiotici, per saper se hanno la capacità di uccidere determinati batteri. Capita spesso che gli antibiotici “di sintesi” che abbiamo non funzionano, e questo è un problema per esseri umani e animali

L’olio essenziale ci dà una mano perché riusciamo in qualche modo a colpire questi batteri antibiotico resistenti con l’olio essenziale. Abbiamo ad esempio il timo che ci ha tanto aiutato nella gestione di certe otiti resistenti a tutto, quindi sono una risorsa magnifica per quello che riguarda proprio la salute nostra e degli animali.

Come vengono prodotti gli oli essenziali?

Gli oli essenziali vengono estratti dalla pianta mediante un alambicco dove c’è una condensazione e alla fine abbiamo un recipiente dove viene prodotto un surnatante, la parte sopra è l’olio e sotto abbiamo l’idrolato.

Quindi possiamo usare l’olio essenziale, ma possiamo utilizzare anche l’idrolato che è un co-prodotto della produzione degli oli essenziali che è preziosissimo ed è molto molto più maneggevole, perché contiene meno dell’1% dell’olio essenziale e lo possiamo usare più tranquillamente soprattutto a livello cutaneo.

Distillazione dell'olio essenziale

Come si usano gli oli essenziali?

Possiamo usare l’olio essenziale mediante un diffusore, dove mettiamo dell’acqua, mettiamo qualche goccia di olio essenziale (la quantità dipende da quale olio essenziale sto usando) e lo diffondo nell’ambiente. Posso tenere la stanza aperta, posso tenere la stanza chiusa, posso mettere il diffusore vicino anche a un trasportino con una tenda dove c’è il mio animale.

Onestamente io preferisco l’ambiente aperto perché dobbiamo dare la possibilità al gatto di andarsene perché magari noi scegliamo sulla carta un olio e al mio gatto invece non piace.

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Per capire quale olio piace o non piace al gatto, possiamo fare dei test molto semplici, come aprire la boccetta e metterla davanti al naso del nostro gatto, stando attentɜ a che olio sto usando, oppure possiamo usare un bastoncino come quelli che si usano per testare i profumi, oppure un tessuto dove mettere una goccia di olio essenziale e avvicinare questo pacchetto all’animale.

Gli animali sono molto decisi nella loro risposta: se mi piace rimango altrimenti me ne vado.

Posso utilizzare uno spray e quindi vaporizzarlo, però in questo caso devo avere delle avvertenze, perché l’olio essenziale non si scioglie in acqua, quindi posso utilizzare un olio vettore, aggiungendo magari o dell’acqua distillata o i famosi idrolati. Shakero e spruzzo.

La modalità spray può essere utilizzata più per le nostre finestre, ad esempio in periodo estivo con menta o citronella come repellente per le zanzare.

Una delle cose che mi piace più come utilizzo è l’oggetto aromatico perché è molto versatile soprattutto è trasportabile. Esistono in commercio delle palline di lana o delle piastrine di terracotta, o dei legnetti decorati che sembrano dei fiori che assorbono l’olio essenziale. Quindi posso mettere qualche goccia su questo oggetto e poi trasportarlo.

È pratico ad esempio nell’utilizzo in macchina: se il gatto è molto spaventato posso utilizzare l’oggetto aromatico mettendolo in macchina magari non dentro al trasportino, ma tenendolo in macchina.

Posso usare la lavanda che è un olio essenziale dai mille utilizzi, ma è quello che io utilizzo con grandissima frequenza e anche tranquillità nei gatti e grazie all’oggetto aromatico possiamo portare con noi l’olio essenziale senza essere troppo invasivi.

È bellissimo anche per noi: ce lo mettiamo sulla scrivania e utilizziamo qualche olio energizzante quando dobbiamo lavorare.

Un’altra modalità è quella del rollon, sono del dei contenitori sempre in vetro in vetro scuro, blu o vetro ambrato, come per i profumi, e hanno una sfera metallica tramite la quale l’olio essenziale viene diluito in un olio vettore e possiamo utilizzarlo anche nel gatto. Io in questo caso, esclusivamente l‘olio essenziale di lavanda, posso utilizzarlo nel gatto applicandolo nella fossetta retro-nucale, eventualmente prima del trasporto.

Quindi abbiamo tante modalità, le vie aromatiche sono tante: c’è anche la via interna per bocca, ma va fatta sotto controllo medico, perché è una modalità di assunzione degli oli essenziali estremamente complicata.

Controindicazioni degli oli essenziali

L’olio essenziale non è maneggevole e bisogna fare molta attenzione nell’utilizzarlo. Ad esempio per il gatto l’olio essenziale di timo può dare broncospasmo. Poi un altro olio essenziale che usiamo tantissimo anche su di noi è il tea tree, che nel cane e nel gatto hanno dato forme di tossicità, è un olio che va diluito tantissimo, quindi certo le sue caratteristiche antibatterica antisettiche sono riconosciute ed è forse uno degli oli più famosi, ma non va utilizzato a casaccio, quindi attenzione perché rischiamo di fare dei serissimi danni con gli oli essenziali.

Nei gatti poi evitiamo gli oli essenziali di agrumi, ad esempio la citronella.

Come vengono classificati gli oli essenziali?

Gli oli essenziali possono essere classificati in varie maniere: c’è una classificazione chimica che vi risparmio perché è molto complessa e anche estremamente noiosa, perché all’interno degli oli essenziali troviamo tantissime famiglie come gli alcoli, i fenoli, i terpeni, ecc: quando si parla di olio essenziale si parla di chimica

Per quello che riguarda il loro utilizzo noi possiamo utilizzare degli oli che sono delle note di testa, sono note alte, note di cuore o note medie, o note di di base o note basse.

La nota alta è caratteristica di un olio che quando tu lo senti, lo annusi ti arriva subito, è un boom: menta, limone, arriva molto velocemente, ma dura anche altrettanto poco.

Le note di cuore hanno una durata intermedia e arrivano un po’ dopo: la lavanda, il vetiver e durano ovviamente qualche ora di più.

Poi invece abbiamo le note basse di base che sono quegli oli che arrivano molto dopo, ma durano tantissimo e sono degli oli impegnativi come l’incenso.

Poi c’è un’altra classificazione che suddivide gli oli in stimolanti, quelli che sono invece più tranquillizzanti e quelli equilibranti. Ecco vengono divisi in tantissime maniere.

Storia degli oli essenziali

L’olio essenziale nasce con l’uomo perché si pensa che l’utilizzo delle erbe aromatiche sia iniziato quando l’uomo nel Paleolitico ha scoperto il fuoco, per cui siamo veramente agli albori della civiltà.

Gli egizi utilizzavano gli oli per scopi igienici, non soltanto cosmetici, ad esempio pare che Tutankhamon sia stato seppellito con 350 chili di oli essenziali pregiati,.

L’utilizzo è stato è stato poi fatto anche dai Greci, dai Romani, poi Avicenna, un medico persiano, nel 370 dopo Crist è arrivato proprio a costruire la distillazione dell’olio essenziale, quindi l’olio essenziale ci accompagna da sempre.

Poi siamo passati tramite le nostre varie fasi storiche come il Medioevo dove erano di pertinenza dei monaci, della Chiesa e dei religiosi, poi siamo arrivati alle Crociate dove hanno cominciato ad utilizzare gli oli essenziali per curare proprio le ferite. Nel Rinascimento nasce poi il maestro profumiere

Il primo testo di aromoterapia è stato scritto dal chimico francese Gatefossé, che per la prima volta comincia a parlare degli oli essenziali facendo una scoperta del tutto empirica. Questo questo chimico si era scottato e in qualche maniera è venuto a contatto con l’olio essenziale di lavanda e su di sé ha visto quanto fosse stato efficace nel risolvere la bruciatura.

Poi c’è stato il medico Valnet che ha utilizzato gli oli essenziali nella Seconda Guerra Mondiale per le ferite fisiche, ma anche per le ferite psichiche dei soldati fino a che dopo gli anni sessanta ha scritto finalmente un libro grazie al quale nasce l’aromaterapia moderna.

Poi negli anni ’80 c’è stato un altro studioso francese, Luise Sevelinge, che ha dato il via invece all’aromaterapia veterinaria.

Gli oli essenziali hanno delle capacità forse ancora inespresse, e lo studio degli oli essenziali è lo studio della chimica.

Come agiscono gli oli essenziali nel cervello?

Gli oli essenziali funzionano così bene perché vanno a colpire una parte antichissima del nostro cervello che è il sistema limbico, che è proprio il nostro archivio emozionale.

Sia quando li usiamo su di noi che quando li usiamo negli animali soprattutto in cani o gatti con dei disagi di tipo comportamentale, andiamo a colpire proprio il sistema limbico e abbiamo così la fissazione di quell’esperienza, perché non c’è niente di più mnemonico di un’emozione.

Poi abbiamo altri meccanismi con i quali gli oli essenziali arrivano ad altre parti del cervello, abbiamo altre vie nervose, però questa è in assoluto a mio avviso la più la più affascinante.

La fisiologia dell’olfatto umano è simile a quella del gatto e del cane, soltanto che i nostri animali ovviamente hanno dei superpoteri a riguardo quindi per questo anche nel gatto dobbiamo stare più attenti perché loro recettori olfattivi sono molti di più rispetto a quello dell’uomo e anche del cane per cui il risultato è che sono molto sensibili

Inoltre i gatti hanno una pelle sottile, quindi attenzione all’utilizzo in modo che si non facciamo sciocchezze.

Come si sceglie un olio essenziale

Nella scelta dell’olio essenziale io consiglio sempre di acquistare un olio puro e biologico e con un’altra caratteristica: che sia anche edibile, perché i nostri gatti si leccano quindi nel momento in cui io diffondo un olio essenziale c’è la possibilità che questo in qualche modo aderisca al mantello poi il mio gatto ovviamente durante la toelettatura lo ingerisce quindi ho la necessità che sia puro, biologico ed edibile.

L’olio essenziale di buona qualità ha un costo. Ovviamente non tutti gli oli costano la stessa cifra perché dipende da quanto ne ricavo dalla stessa quantità di partenza del vegetale. Ad esempio l’olio essenziale di lavanda viene venduto in boccette più grandi rispetto all’olio di ylang ylang.

Ci sono tantissimi negozi ed e-commerce che li vendono, ma la cosa fondamentale è andare a leggere l’etichetta.

Sull’etichetta ci devono essere tutti i dati dell’azienda, quindi dove è stato prodotto, la data di scadenza, cioè una volta che ho aperto il flacone entro quanto lo devo consumare, c’è la il nome della pianta utilizzata, la parte della pianta che può essere la sommità, cioè la parte sommitale o i fiori o altro.

Ci deve essere scritto dove è stato distillato e come è stato distillato, cioè per distillazione per corrente di vapore oppure pe spremitura a freddo o altro.

Poi l’etichetta deve riportare i componenti principali, perché all’interno di ogni olio essenziale abbiamo un fito complesso, cioè c’è una serie di tantissimi componenti che lo caratterizzano, ma nell’etichetta vengono indicati quelli più rappresentati, ad esempio l’enilacetato che caratterizza l’olio essenziale di lavanda, oppure nel caso della menta piperita abbiamo il mentolo e il mentone.

Poi per quello che riguarda gli oli essenziali edibili c’è anche la concentrazione per l’utilizzo alimentare cioè quante gocce in un etto di qualcosa.

Ci sono poi le indicazioni del fatto che proviene da un’agricoltura biologica. Tutte queste informazioni devono essere scritte ed esplicitate, altrimenti non è una una etichettatura corretta.

Tutti gli oli essenziali che ho visto di buona qualità ovviamente hanno un etichettatura assolutamente corretta, ma andiamo sempre a leggerla.

Oli essenziali per gatti, quali usare?

Ni gatti si può utilizzare in primis l’olio essenziale di lavanda che va benissimo sia per le ansie, le paure e che per esempio il disagio che il gatto prova quando lo trasporti in auto. L’olio di lavanda è un olio tranquillizzante, è una nota di cuore, quindi è una nota media, ci mette un po’ ad arrivare ma permane anche un pochino e viene proprio utilizzato per armonizzare.

In psicoaromaterapia, la disciplina che studia l’impatto psichico degli oli essenziali nell’essere umano, la lavanda è adatta per lasciare andare l’angoscia, l’ansia. Quindi funziona molto bene nel gatto, personalmente lo uso tantissimo in tutte le mie terapie.

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Un olio essenziale lo usiamo a cicli di 2-3 settimane poi l’olio si cambia. Quindi nel gatto possiamo alternare la lavanda con il vetiver, a proprio gusto, perché deve piacere sia al gatto che alla persona.

Anche l’olio di Ylang ylang è una nota media ed è anche questo un tranquillizzante ed armonizzante, è un olio che predispone al prendersi una pausa, un timeout dallo stress e dall’angoscia.

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L’olio di cedro è un altro olio fantastico che possiamo utilizzare nel gatto perché è un adattogeno, cioè permette di vivere bene una situazione e non di subirla. L’effetto adattogeno aiuta a coltivare la resilienza. Il legno di cedro è un legno pregiatissimo, perché veniva utilizzato ad esempio dagli antichi egizi anche per costruire i sarcofagi quindi un legno estremamente pregiato.

L’olio di cedro psicoaromaterapia rappresenta l’aumento dell’autostima, la perseveranza. Quindi anche l’aumento della resilienza proprio per questo effetto adattogeno. L’olio di cedro non può essere usato in gravidanza, quindi né dell’animale né tantomeno di uno dei familiari quindi attenzione.

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Anche la copaifera officinalis si usa molto in veterinaria. Questa è una resina, è una nota bassa quindi un olio importante e anche questo dà un effetto adattogeno. Nella storia si dice che la copaifera formi uno scudo attorno alle persone e le difende dagli insulti, dagli stress, dai dispiaceri, dalle ansie e tutto questo ha una base scientifica perché questa sostanza contiene l’85% di questo cariofillene che è una sostanza che agisce nel sistema endocannabinoide e per la precisione va ad agire in uno dei vari recettori che è il cb2 dove vanno ad agire gli endocannabinoidi ed è per questo che è un olio che ha una grandissima azione antinfiammatoria e antidolorifica. Quindi si parte da una immagine probabilmente tramandata da chissà quale cosa e poi esiste però una base scientifica.

Conclusioni

L’aromaterapia è una branca meravigliosa ed è affascinante perché porta con sé la storia antica, ma con un fondamento scientifico che si basa sulle piante ed i loro effetti.

Usiamo comunque gli oli essenziali con cognizione di causa ed affidandoci a unə espertə, specialmente se dobbiamo usarli sui nostri gatti


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